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Depuratori, Cgil consegna al Noe il dossier choc

«Consegneremo ai carabinieri del Noe le foto e le videoriprese amatoriali contenute in questo dossier anonimo, perchè pensiamo che queste immagini possano confermare l`esistenza di un possibile dis…

Pubblicato il: 24/04/2012 – 16:25
Depuratori, Cgil consegna al Noe il dossier choc

«Consegneremo ai carabinieri del Noe le foto e le videoriprese amatoriali contenute in questo dossier anonimo, perchè pensiamo che queste immagini possano confermare l`esistenza di un possibile disastro ambientale». Con queste parole il segretario comprensoriale della Cgil della Piana di Gioia Tauro, Nino Calogero, ha esposto in conferenza stampa la prossima iniziativa che verrà assunta dopo aver preso visione dell`abbondante materiale fatto pervenire al sindacato, in busta chiusa e senza nome del mittente, sul malfunzionamento di 6 impianti di depurazione della fascia aspromontana dello Stretto. L`incontro con i giornalisti ha offerto l`occasione per la visione di uno “spettacolo” veramente mortificante sullo stato del settore a pochi mesi dalla stagione turistica estiva, essendo state proiettate molte delle oltre cento foto e decine di brevi video contenute nei due cd-rom di cui la Cgil è entrata in possesso. I sindacalisti, oltre a Calogero in conferenza stampa hanno parlato il segretario provinciale Filctem, Giuseppe Carbone, e i componenti della segreteria pianigiana, Salvatore La Rocca e Valerio Romano, hanno potuto spiegare con dovizia di particolari e una per una le immagini dell`evidente malagestione, documentata anche grazie a delle dettagliate spiegazioni tecnico-operative che l`anonimo assemblatore del dossier ha allegato. Nessuna improvvisazione, quindi, perchè tra il materiale fatto arrivare alla Cgil ci sono anche due pagine stampate e piene delle didascalie che si riferiscono alle foto e ai video, ciascuno numerati, in modo che ogni scena immortalata possa essere identificata anche con il luogo e il sito dell`impianto. Secondo quanto illustrato in conferenza stampa, le riprese e le foto si riferirebbero agli impianti di Santa Cristina D`Aspromonte, San Procopio, Scido, Villa San Giovanni, Scilla e Concessa di Reggio Calabria. In quest`ultimo sito si dovrebbero smaltire i liquami fognari di una parte considerevole della periferia nord della città dello Stretto. Le immagini mostrate, intanto si riferiscono tutte a macchinari che sorgono prevalentemente in zone montane e che non sembrano presidiati o custoditi, nel senso che nei video e nelle foto non si vede personale impegnato nelle varie lavorazioni, e chi ha realizzato il dossier ha avuto pure cura di spiegare che il documento si riferisce alla scorsa settimana,  inquadrando anche la prima pagina di un quotidiano, con in evidenza la data.  Si vedono nitidamente vasche di trattamento dei fanghi ricolme di melma che trabocca e fuoriesce fino a un torrente che passa vicino, vialetti interni all`area-impianto invasi dai liquami, rete di recinzione divelte e quindi inutili, fili elettrici penzoloni a pochi metri dalle condotte d`acqua, tombini traboccanti, erbacce cresciute sopra i nastri trasportatori: insomma tutte immagini che danno l`idea di stazioni di smaltimento e depurazione che sono o abbandonati o malmesse. «Questa situazione di degrado – ha denunciato Calogero – crediamo che sia frutto soprattutto della recente decisione della società Acque Reggine di licenziare, dall`oggi al domani, 86 lavoratori. La gestione degli impianti, per quei Comuni che hanno abbandonato la forma associata, è diventata impossibile vista la mancanza di risorse». Dall`1 marzo scorso si è verificata una fuga in massa delle amministrazioni comunali dall`impresa di servizi che opera su delega della Provincia. Esiste un ricorso al giudice, presentato dalle organizzazioni dei lavoratori, per condotta antisindacale, e quindi può essere che nelle more di questo contenzioso – stante l`espulsione dal lavoro di un alto numero di addetti – la situazione possa rimanere grave, oppure peggiorare, così come documentato nel dossier. «Il paradosso è – ha proseguito Calogero – che il servizio della depurazione è considerato pubblico ed essenziale, e quindi non si può fermare per nessuna ragione, e invece i lavoratori sono stati fermati da una società che non ha tenuto conto del nostro senso di responsabilità: avevamo infatti accettato contratti di solidarietà e messa in mobilità». Ora la parola passa al Noe, il Nucleo dei carabinieri che indaga sullo scempio ambientale spesso perpetrato nella nostra regione, dovrebbe ricevere nei prossimi giorni il dossier, consegnato direttamente dai sindacalisti.

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