«Trovo fuori luogo il tono insinuante e allusivo delle lettera aperta rivoltami dall`onorevole Chiappetta e dal senatore Gentile. Se il Pdl calabrese intende portare all`attenzione dell`opinione pubblica fatti giudiziari, siano essi reali, presunti o semplicemente auspicati, che riguardano esponenti del centrosinistra, lo faccia a viso aperto e assumendosene la responsabilità». Alfredo D`Attorre, commissario del Pd in Calabria, reagisce all`affondo dei due rappresentanti del centrodestra regionale, che in un comunicato avevano minacciato di «denunciare tutti i casi giudiziari in cui sono coinvolti uomini del centrosinistra».
«Invito anzi gli esponenti del Pdl – aggiunge il massimo responsabile del Partito democratico calabrese – a fornire all`opinione pubblica e all`autorità giudiziaria eventuali elementi di conoscenza aggiuntiva di cui ritengano di disporre, senza nascondersi dietro un finto garantismo a corrente alternata. Il garantismo, quello vero e sano, non coincide certo con la pretesa di impunità per i propri amici e con la diffamazione preventiva per gli avversari politici. Il Pd è impegnato in una battaglia di opposizione e per la costruzione dell`alternativa sui grandi temi di merito che riguardano il futuro della società calabrese. Se chi governa la Regione abbandonasse il solo registro della propaganda e dell`autoreferenzialità, riconoscendo non a parole, ma con comportamenti conseguenti, la necessità di un confronto costruttivo con l`opposizione e con le forze sociali, per affrontare una crisi economica e sociale che in Calabria presenta aspetti ancor più drammatici che nel resto del Paese, troverebbe da subito il Pd pronto a dare il proprio contributo, con proposte concrete su tutte le principali emergenze aperte».
«Riguardo al rammarico per il mio mancato incontro con Scopelliti – afferma ancora D`Attorre – devo ritenere che gli esponenti del Pdl abbiano inteso rivolgere una critica implicita al presidente della Regione. Basterebbe che Scopelliti smettesse di parlare di complotti e di insultare i giornalisti che raccontano le vicende di Reggio Calabria, che chiedesse scusa agli oppositori politici definiti “straccioni” e che iniziasse a mostrare una qualche forma di rispetto per il lavoro degli organi inquirenti, perché il rammarico per la mia mancata visita di cortesia al presidente della Regione possa assumere un qualche fondamento».
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