Boss morto in tribunale, il perito della difesa esclude la colpa medica

CATANZARO Sarebbe da escludere la colpa medica che è stata ipotizzata nei confronti del medico del Carcere di Siano-Catanzaro finito nei guai a seguito della morte del boss cosentino Giuseppe Cirillo, deceduto in un`aula del tribunale di Catanzaro il 24 maggio del 2007. Sono quelle cui è giunto il Massimo Rizzo, sentito quale consulente della difesa nel procedimento a carico del sanitario, che riprenderà il 30 maggio davanti al giudice dell`udienza preliminare, Abigail Mellace.Cirillo, ex capo del locale di Sibari e poi collaboratore di giustizia, morì durante un`udienza davanti al Tribunale di sorveglianza di Catanzaro, dove era comparso assieme all`avvocato Aurelia Rossitto per chiedere la sospensione della pena proprio a causa di quei problemi cardiaci che lui lamentava e che sarebbero stati a suo dire incompatibili con la permanenza in carcere, dove l`uomo si trovava per scontare una condanna a 14 anni di reclusione. Per una presunta colpa medica dovuta a cure inadeguate fu quindi indagato il dottore Antonio Tavano, in servizio al carcere, per il quale tuttavia la Procura della Repubblica concluse con una richiesta di archiviazione. L`opposizione del legale della famiglia di Cirillo portò poi a disporre l`imputazione coatta del medico, per il quale l`avvocato Enzo Ioppoli ha chiesto il rito abbreviato.