REGGIO CALABRIA È stata fissata il 29 giugno la prima udienza preliminare del processo a carico del governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, l`ex sindaco di Reggio coinvolto nel caso “Fallara” con l`accusa di abuso d`ufficio e falso in atto pubblico.
Lo ha stabilito il gup Antonino Laganà davanti al quale dovranno comparire, per la stessa accusa, anche i tre revisori dei conti Carmelo Stracuzzi (oggi in servizio alla Regione Calabria), Domenico D’Amico e Ruggero Alessandro De Medici. Poco più di 20 giorni addietro la Procura della Repubblica aveva chiesto il rinvio a giudizio per il politico e i tre tecnici dell`amministrazione di Palazzo San Giorgio.
Al centro delle indagini, coordinate daI procuratore facente funzioni Ottavio Sferlazza e dai sostituti Francesco Tripodi e Sara Ombra, c`è una relazione dei periti della Procura sulle casse del Comune. I consulenti dei pm hanno accertato, per i soli due anni oggetto delle indagini e per fatti costituenti presunti reati, un “buco” di 87 milioni di euro, che sarebbero parte dei 170 milioni “certificati” dagli ispettori del ministero dell`Economia in merito al disavanzo maturato dal 2006 al 2010.
Dalla perizia della Procura, infatti, sono emerse irregolarità contabili nei bilanci approvati dall`ente nel periodo 2008-2010. Proprio queste irregolarità sono state inserite nelle contestazioni di cui Scopelliti dovrà rispondere assieme ai tre revisori dei conti che hanno firmato i bilanci del Comune. Secondo i pm, inoltre, ci sono state irregolarità anche in merito ad alcuni pagamenti per i quali sarebbe stato utilizzato un capitolo di spesa diverso rispetto a quello previsto dal regolamento del Comune. Presunti illeciti che Scopelliti avrebbe commesso in concorso con l’ex dirigente del settore Finanze e Tributi di Palazzo San Giorgio, Orsola Fallara, morta nel dicembre 2010 dopo avere ingerito acido muriatico.
Nei giorni scorsi, dopo la richiesta di rinvio a giudizio, il governatore Scopelliti aveva ostentato «serenità in merito a questa vicenda» e preannunciato la sua intenzione a non dimettersi (non ci sarebbero a suo dire «motivazioni valide») e raccontare, invece, ai giudici la sua versione dei fatti. Cosa comunque ha già fatto nel corso dell`interrogatorio sostenuto a dicembre al sesto piano del Cedir.
«I bilanci – aveva affermato ai pm e ribadito recentemente nel corso di unaa conferenza stampa – non li fanno i sindaci, ma i dirigenti e gli assessori competenti».
Inizierà, quindi, a giugno il secondo filone del caso “Fallara” dopo quello che vede imputato l`architetto Bruno Labate accusato di peculato e truffa per via delle strane liquidazioni che il Comune di Reggio faceva in favore dell`architetto, ex capo della delegazione romana della Regione Calabria.
Liquidazioni sul conto corrente di Bruno Labate per progetti di opere mai realizzate.
Uno stralcio che sembrava chiudersi, nelle scorse settimane, con un patteggiamento concordato tra la difesa del professionista reggino e la Procura della Repubblica. Accordo che il gup Daniela Oliva non ha ritenuto congruo rinviando il processo al 22 giugno.
x
x