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"Toghe lucane bis", chiesto il rinvio a giudizio per 11

CATANZARO La Procura della Repubblica di Catanzaro ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio nell`ambito dell`inchiesta “Toghe lucane bis”, su presunti gravi illeciti che sarebbero stati comm…

Pubblicato il: 04/05/2012 – 16:11
"Toghe lucane bis", chiesto il rinvio a giudizio per 11

CATANZARO La Procura della Repubblica di Catanzaro ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio nell`ambito dell`inchiesta “Toghe lucane bis”, su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi, tra gli altri, da alcuni magistrati in servizio in Basilicata. Sarà il giudice di Catanzaro, Emma Sonni, a decidere se e chi mandare sotto processo, al termine dell`udienza preliminare che avrà inizio il prossimo 15 giugno. Nella richiesta di rinvio a giudizio non compaiono più tutti e tredici i nomi delle persone raggiunte a dicembre scorso da un avviso di conclusione delle indagini, ma solo undici di essi. Ridimensionato per alcuni indagati l`impianto accusatorio inizialmente formulato dai titolari del fascicolo, il procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e il sostituto Simona Rossi, a seguito soprattutto dei vari interrogatori chiesti dalle difese degli accusati. La posizione processuale più “alleggerita” è quella dell`ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano, ora a riposo, cui è adesso contestata un`unica ipotesi di tentato abuso d`ufficio. La violazione della legge sulle associazioni segrete e l`associazione a delinquere – ipotizzate a vario titolo assieme a corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, rivelazioni di segreto d`ufficio – sono contestate, in particolare, a cinque indagati, tra i quali il sostituto procuratore generale di Potenza, Gaetano Bonomi. Oltre che per quest`ultimo il processo è stato chiesto anche per gli altri magistrati coinvolti in “Toghe lucane bis”. L`inchiesta ha preso le mosse da un presunto complotto finalizzato a calunniare l`allora sostituto procuratore di Potenza Henry John Woodcock (oggi pm a Napoli), ed un poliziotto suo stretto collaboratore, accusandoli con lettere anonime indirizzate ai giornali ed agli uffici giudiziari di Potenza – spedite nel febbraio 2009, un periodo in cui, a Potenza, erano in corso forti contrasti tra magistrati della Procura – di una serie di fughe di notizie su inchieste coordinate dallo stesso pm, poi dimostratesi del tutto infondate. Gli scritti, in particolare, avrebbero avuto il fine di delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana.

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