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Tuonò contro i giudici durante la sua prima omelia, il garante per l`infanzia: «Le autorità ecclesiastiche devono intervenire»

ISOLA CAPO RIZZUTO Continua a far discutere l`attacco ai giudici di don Vincenzo Scerbo durante la sua prima omelia da sacerdote di Isola Capo Rizzuto. L`invettiva del religioso era rivolta ai magi…

Pubblicato il: 07/05/2012 – 18:40
Tuonò contro i giudici durante la sua prima omelia, il garante per l`infanzia: «Le autorità ecclesiastiche devono intervenire»

ISOLA CAPO RIZZUTO Continua a far discutere l`attacco ai giudici di don Vincenzo Scerbo durante la sua prima omelia da sacerdote di Isola Capo Rizzuto.
L`invettiva del religioso era rivolta ai magistrati che avevano condannato il padre. Adesso anche il garante per l`infanzia e l`adolescenza non ci sta ed «evidenzia che nella città di Isola Capo Rizzuto, lo scorso 15 aprile, durante la celebrazione liturgica, don Vincenzo Scerbo, alla presenza di numerosi minori, si riferiva alla giustizia italiana con frasi gravemente diseducative». «Il sacerdote – spiega il garante – si è riferito a uno dei poteri della Repubblica con espressioni quali “assistiamo inermi a una giustizia che non si fa scrupolo di condannare persone innocenti guidata da logiche di parte e da verità di comodo“». Don Scerbo successivamente al clamore suscitato ha ritenuto di dover giustificare il proprio comportamento specificando che si trattava di «uno sfogo di un figlio» pronunciato al termine della prima messa. Il garante invita «le autorità e i vertici ecclesiastici ad intervenire – ciascuna nell`ambito delle proprie competenze –  affinché si eliminino gli effetti negativi della diffusione del disvalore operata da don Scerbo e si restituisca ai minori, attraverso pubblici interventi e iniziative adeguate, quella cultura della giustizia e fede nel faticoso operato dei magistrati che con il loro duro lavoro si sono posti al servizio della nostra Repubblica per la garanzia di uno Stato di diritto governato dai principi solidaristici su cui è imperniata la nostra Costituzione».

L`ATTACCO ALLA GIUSTIZIA DURANTE LA MESSA
Tuona contro i giudici nell`omelia della sua prima messa celebrata nel suo paese, accusandoli di aver condannato il padre che lui definisce innocente. Scerbo, da poco, era stato ordinato sacerdote dall`arcivescovo monsignor Domenico Graziani. Don Vincenzo, è figlio di Romolo Scerbo giudicato e condannato dal Tribunale di Crotone e dalla Corte d`appello di Catanzaro che lo hanno ritenuto responsabile di estorsione ai gestori del villaggio turistico “Tucano” con l`aggravante di aver agito usando metodi mafiosi. Durante la sua prima omelia il sacerdote, visibilmente provato e amareggiato per quanto era accaduto, non ha esitato ad affermare che «questo che per me doveva essere il giorno più bello della mia vita lo è solo in parte perché una parte del mio cuore viaggia lontano da questo luogo, attraversa i muri e le sbarre del carcere di Siano per accostarsi al cuore di mio padre e sussurrargli “grazie”: grazie papà per avermi permesso di correre con le braccia spalancate incontro al mio Dio». «In questa sede – ha proseguito don Vincenzo – elevo gravida di dolore la mia preghiera a Dio perché la sua giustizia intervenga là dove la giustizia di questo mondo ha dimostrato tutta la sua meschinità e la sua grettezza. Nonostante siano passati duemila anni, ancora assistiamo inermi a una giustizia che non si fa scrupolo di condannare persone innocenti guidata da logiche di parte e da verità di comodo». Dalle sue affermazioni si è dissociato don Edoardo Scordio, parroco di Isola Capo Rizzuto, il quale ha affermato che «simili messaggi contraddicono il senso di tante battaglie e sono altamente diseducativi. Per questo, rammaricato, non posso che dissociarmi radicalmente da quelle affermazioni che pertanto sono da attribuire soltanto alla sua personale responsabilità»

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