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Latitante arrestato a Siderno

SIDERNO Un latitante, Giuseppe Gallizzi, di 61 anni, di Gioiosa Jonica, è stato arrestato dal personale del commissariato della polizia di Siderno. L`uomo è stato trovato in piena notte all`interno…

Pubblicato il: 09/05/2012 – 10:48
Latitante arrestato a Siderno

SIDERNO Un latitante, Giuseppe Gallizzi, di 61 anni, di Gioiosa Jonica, è stato arrestato dal personale del commissariato della polizia di Siderno. L`uomo è stato trovato in piena notte all`interno di un appartamento nel comune di Martone dove si nascondeva. Al momento dell`arresto, vistasi preclusa ogni possibilità di fuga, Gallizzi non ha opposto alcuna resistenza agli investigatori che hanno individuato nella camera da letto. In  corso accertamenti sul proprietario dell`abitazione al quale potrebbe essere contestato il reato di favoreggiamento.
Gallizzi era ricercato dal maggio del 2011 quando sfuggì alla cattura in occasione dell`operazione “Circolo formato” condotta contro la cosca Mazzaferro. In quell`occasione furono arrestati anche l`allora sindaco di Marina di Gioiosa Jonica, Rocco Femia, e tre assessori. Per gli inquirenti, Giuseppe Gallizzi fa parte dell`associazione mafiosa operante da anni sul territorio piemontese con propri referenti nelle strutture organizzative presenti in Calabria (tra questi,  Giuseppe Commisso detto “u mastru” di Siderno) e costituita da nove articolazioni territoriali denominate “locali” e da una struttura-funzione denominata “crimine” (tutte coordinate da Giuseppe, Catalano recentemente suicidatosi a Torino).
Boss della vecchia `ndrangheta della vallata del Torbido Giuseppe Gallizzi era sfuggito all`arresto il 31 maggio 2011, nell`ambito dell`operazione antimafia denominata “Minotauro”, che aveva portato all`esecuzione di 150 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di esponenti dei gruppi criminali `ndranghetistici inseriti nei “locali” piemontesi. Si tratta, secondo gli investigatori, di un personaggio carismatico e di notevole spessore criminale. L`organizzazione di cui faceva parte era caratterizzata dalla presenza per ciascun “locale” di organismi di vertice (“capo locale”, “capo società”, “mastro di giornata”) e di affiliati subordinati; era ripartita in due compartimenti denominati “società maggiore” e “società minore” nonché da un`articolazione territoriale denominata “bastarda”, propaggine distaccata della “società” di Solano (Rc). Il latitante arrestato avrebbe svolto un ruolo rilevante nellle trattative per l`assegnazione del comando del “locale” di San Giusto Canavese, ed in particolare nell` avvicendamento tra Natale Romeo e Giuseppe Fazari. Anche in questo caso, come in quelli riferiti agli altri “locali”, era determinante l`intervento delle massime cariche della `ndrangheta che avevano tolto “il bastone” del comando a Romeo intorno al mese di marzo del 2008 per consegnarlo a Fazari. Ciò – emerge dagli atti – a causa dei ripetuti richiami che Romeo aveva ricevuto dai vertici dell`organizzazione per via della sua cattiva gestione della articolazione territoriale. Quella situazione provvisoria aveva avuto termine verso la fine del mese di aprile successivo, quando Romeo aveva ripreso il comando del “locale” grazie all`intervento di Giuseppe Barbaro. Il ruolo di Gallizzi nell`avanzamento in grado di Fazari emergerebbe dal contenuto delle conversazioni ambientali registrate all`interno delle autovetture in uso a indagati nello stesso procedimento penale che avrebbero confermato il suo ruolo che era sicuramente da individuare ai vertici della `ndrangheta calabrese. Innumerevoli i precedenti attribuiti a Gallizzi, ufficialmente allevatore di bestiame. I suoi trascorsi criminali partono dal 1969 per giungere fino a oggi. Il boss sarebbe dedito alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacente e ad altri reati riconducibili all`appartenenza alla cosca della `ndrangheta facente capo a Totò Ursino.

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