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Nicola Calipari, la verità per un eroe

Se ieri sera non fosse andato in onda su Rai 3 un documentario sulla vicenda di Nicola Calipari, troppo preso da altri problemi avrei dimenticato quell`anniversario che mi è stato restituito, in qu…

Pubblicato il: 09/05/2012 – 11:14
Nicola Calipari, la verità per un eroe

Se ieri sera non fosse andato in onda su Rai 3 un documentario sulla vicenda di Nicola Calipari, troppo preso da altri problemi avrei dimenticato quell`anniversario che mi è stato restituito, in quella che definisco una gioiosa mestizia, dal bel servizio realizzato da Carlo Lucarelli.
Una ricostruzione di quei giorni e di quei fatti dove, narrando la vicenda, rammentando ombre ed amari interrogativi che inacidiscono una storia già di per se amara, non si è tralasciato tracciare il ritratto, bello e fedele, dell`uomo e di quel particolare servitore dello Stato disegnato dal ricordo della moglie Rosa Maria Villecco e dalle parole di Giuliana Sgrena e di Alfonso d`Alfonso. Un ritratto diverso e al contempo uguale quello tracciato dalla moglie, dal collega, da chi ne colse l`ultimo gesto dal quale emerge un uomo essenziale, mordace nell`humor, dolce negli affetti e sincero nella colleganza, primo a sacrificarsi, mai uso chiedere ciò che, lui per primo, non fosse disposto fare ed affrontare, sempre pronto ad anteporre a se stesso gli altri, dedito ad un dovere che si doveva affrontare all`insegna dell`etica e della morale, sincero e fermo nelle sue posizioni e convinzioni da essere considerato spesso scomodo, non certo disponibile al mantenimento di comodi status quò e, come spesso succede a questo genere di uomini, rispettato e temuto dai nemici (quelli ufficiali fossero criminali, `ndranghetisti, nemici dello stato), quanto falsamente amato (con le dovute eccezioni) da quelli che erano e si presentavano come amici o colleghi posti dalla stessa parte della barricata.
Ho avuto il privilegio di conoscere Nicola Calipari! Eravamo ragazzi, quasi coetanei, abitavamo, sopra e sotto, nello stesso condominio, uniti dall`identica passione per lo scautismo. Lui, di profonda formazione cattolica, prima in Asci, quindi in Agesci ed io, di formazione laica, nel Cngei. Due associazioni con sedi vicine e per anni, nel nostro percorso da Lupetti, Esploratori, Rover e poi di “capi”, spesso la domenica mattina percorrevamo insieme la strada che, da casa nostra, portava alle rispettive sedi, sfottendoci reciprocamente e sostenendo ognuno l`orgoglio della nostra scelta d`appartenenza. Una appartenenza che ai più oggi può apparire anacronistica come anacronistici appaiono alcuni dogmi educativi che ci vennero trasmessi in quegli anni. Anacronistico come quello strano saluto che si scambiano gli scout di tutto il mondo riassumendo e sintetizzando in quel gesto i pilastri ed i valori dell`uomo etico (Dio, Patria e Famiglia simboleggiati dall`indice, medio ed anulare alzati) e quelli dell`uomo morale che, proprio perché più forte, si pone a difesa del più debole (il pollice che si sovrappone a difesa del mignolo).
Un saluto che si accompagna ad un monito, ad un costante memento: l`“Estote Parati” di Nicola ed il mio “Sii Preparato”, che entrambi orgogliosamente esibivamo sul nostro camiciotto scout. Nicola quei valori li ha testimoniati ed interpretati ma, soprattutto, al momento opportuno, nella circostanza che ha giudicato importante, li ha vissuti ed è stato preparato. Come uomo, padre di famiglia e funzionario dello Stato ha posto e speso la propria vita all`insegna di Dio, Patria e Famiglia. Nel coprire con il proprio corpo quello dell`ostaggio Giuliana Sgrena lui, il forte, ha difeso il più debole. In tutti gli avvenimenti di quella maledetta notte di Baghdad , Nicola ha dimostrato essere preparato: Estote Parati. Ed è stato bravo Carlo Lucarelli a richiamare e sottolineare come Nicola, come uomo e come servitore dello Stato, si sia formato nell`essere e rimanere calabrese, reggino, quanto forgiato professionalmente operando in questa terra che, da calabrese, a buon diritto posso definire bella quanto bastarda. È vero, signora Calipari, Nicola è stato ucciso tante volte! È stato ucciso dalle pallottole di Mario Luis Lozano, è stato ucciso da chi, quella notte sapeva e ha fatto finta non sapere, non capire, si è girato dall`altra parte o ha ritardato informare ed allertare, è stato ucciso da una sentenza pronunciata in nostro nome, come Popolo Italiano e forse è stato ucciso anche dall`indifferenza e dall`invidia che, in Calabria e in Italia, sono una lupara che fa più vittime della tipica arma di mafia. Giuliana Sgrena è stata scippata della gioia della sua liberazione e caricata del rimorso che la sua vita, oggi, è tale e continua per la morte ed il sacrificio di Nicola.
Ma signora Calipari, signora Sgrena, l`una come compagna di un vita, l`altra come persona che avrà ben imparato a conoscere chi fosse Nicola, siete convinte che Lui avrebbe mai fatto un passo indietro pur sapendo? Non credo! Il nervosismo che gli viene attribuito dai collaboratori e non certo usuale al suo modo di essere e di affrontare le varie situazioni del suo servire, forse anche una sottile ed umana paura, ci dicono che forse Nicola temesse quella missione più di tante altre. Che avvertisse, non tanto pericolo (quello era normale) quanto forse non essere adeguatamente coperto. Se così era, chi poteva temere Nicola Calipari se non gli “amici” e gli “alleati”, forse anche il suo stesso servizio.
Tanti interrogativi attendono risposta e, tra le tante morti che si potrebbero infliggere a Nicola, la peggiore sarebbe quella di rassegnarci a quelle verità non verità, dimenticare e non ricercare delle risposte convincenti a fatti assurdi. Nicola era un professionista, un eroe, certo, ma un professionista consapevole che il suo dovere era rientrare incolume per lo Stato e per la famiglia. Non era espressione o figlio di facile demagogia, ma solo di senso del dovere e certamente non era suo il saluto delle madri spartane “E? ta?n e? epi ta?s”, “Con lo scudo o sullo scudo”. Non era suo dovere morire su quella strada di Baghdad ma ha ritenuto suo dovere morire per difendere la vita di chi la sorte ed il dovere gli avevano affidato. Qui l`eroismo di Nicola.
Questo il suo testamento, Uomo di verità, è ricercando quella che si renderà vero onore e riconoscimento a Nicola Calipari.

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