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Mob-basta, a Cosenza un evento contro il precariato

COSENZA Prima è stato un sussulto, una reazione alla tragedia del suicidio di una giovane donna, il cui dramma fu strappato dalla dimensione familiare per assumere senso sociale dopo la pubblicazio…

Pubblicato il: 11/05/2012 – 19:35
Mob-basta, a Cosenza un evento contro il precariato

COSENZA Prima è stato un sussulto, una reazione alla tragedia del suicidio di una giovane donna, il cui dramma fu strappato dalla dimensione familiare per assumere senso sociale dopo la pubblicazione di una lettera che spiegava i motivi del gesto terribile: la mancanza di lavoro e l’assenza della dignità che è il segno del precariato. Sabato quel sussulto iniziale si trasformerà in protesta, attraverso un flash mob a piazza 11 Settembre (l`inizio è previsto alle 17,30 e le modalità con le quali si svolgerà dell`evento – MOBbasta – sono reperibili sulla pagina facebook “#Oil# oltreillabirinto”, ndr).  
Di lì è partito un movimento, di quelli che crescono in Rete, sui luoghi virtuali dei social network (il gruppo conta su quasi duemila iscritti, ndr), aggregando subito un numero incredibile di persone. Non c’è da stupirsi, perché Cosenza, come tutto il meridione, è città di precariato esistenziale, abitata da almeno due generazioni di giovani e non più giovani imprigionati dentro la maligna ragnatela del lavoro a progetto, dentro le maglie di “prenditori” senza anima che ne saccheggiano i saperi e i talenti. Oggi quel movimento è ben strutturato, ha costruito la propria identità con i linguaggi del presente, chiamando attorno a sé molta gente e perdendo qualcuno per strada, come del resto pare fisiologico dentro una realtà composita, in cui di discute e molto. Il nome che il gruppo si è dato pare appropriato: Oil, che è l’acronimo di Oltre il labirinto. Una immagine che evoca vortici alla Borges, o metafore cinematografiche, ma riconduce crudelmente al senso di intrappolamento che avvertono in molti. La partecipazione cresciuta e l’attenzione mediatica che i protagonisti di Oil sono riusciti a conquistare, sono i segni di come la sofferenza sociale attorno alla frustrazione per il lavoro che non c’è e la miserabile condizione di quello che c’è,  siano marcatamente  sentiti in città. Sarebbe sbagliato pensare che l’evento di sabato rappreseti un punto d’arrivo, anche se i frementi preparativi delle ore che precedono l’appuntamento nel centro cittadino potrebbero far credere il contrario. Il dopo sarà determinante per vedere quanto fiato avrà questo movimento, quanta forza di incarnare e rappresentare il soggetto sociale che dentro di esso si muove, si agita, discute ed elabora pensiero. Dopo il flash mob ci vorrà il coraggio per aprire le porte alla politica e dare voce al conflitto sociale. Perché parlare della miseria del lavoro vuol dire mettere al centro del dibattito le persone e i diritti contro la spietatezza dell’egemonia del Mercato.

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