Multiservizi, la "exit strategy" del Comune di Reggio

La pesante situazione economica dell’azienda e, soprattutto, l’inchiesta giudiziaria “Astrea”, che ha accertato l’esistenza di gravi infiltrazioni mafiose in seno al socio privato, hanno indotto il Comune di Reggio Calabria a recidere il nodo gordiano della “Multiservizi”. L’amministrazione di palazzo San Giorgio, infatti, al termine di una lunga riunione di giunta che è andata avanti fino alla tarda serata di ieri, ha deliberato la propria “exit strategy”. L’azienda, lo ricordiamo, è a capitale misto pubblico-privato, con il 51% delle quote posseduto dall’ente e il restante 49% in capo a un gruppo che, secondo la Dda reggina, sarebbe stato in parte riconducibile alla cosca Tegano di Archi. L’operazione “Astrea” portò a una serie di arresti, tra cui a quello del direttore operativo di “Multiservizi”, Pino Richichi.
L’esecutivo cittadino, durante la riunione di ieri, ha innanzitutto sollecitato il pagamento delle spettanze arretrate a favore dei dipendenti, che attendono ancora lo stipendio di marzo. Poi ha deciso di avviare le procedure per fine al rapporto con il socio privato, a cui proporrà di vendere le quote dietro la formulazione di un’offerta economica. Qualora questa prima ipotesi non dovesse andare a buon fine, allora si procederebbe con lo scioglimento della società e con la costituzione di una nuova, interamente a capitale pubblico.