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CAOS CATANZARO | I dubbi del Corriere della Sera

Forse dipende dal fatto che noi calabresi a certe cose ci siamo abituati e nulla può più sorprenderci. A sentir parlare, per esempio, di «vittoria limpida e schiacciante» in un contesto come quello…

Pubblicato il: 13/05/2012 – 20:11
CAOS CATANZARO | I dubbi del Corriere della Sera

Forse dipende dal fatto che noi calabresi a certe cose ci siamo abituati e nulla può più sorprenderci. A sentir parlare, per esempio, di «vittoria limpida e schiacciante» in un contesto come quello di Catanzaro, dove Abramo viene proclamato sindaco per 130 voti su oltre 50.000 e con tutte le schede sequestrate dalla Procura, analisti superficiali si sarebbero attesi sussulti di indignazione da parte della “società civile” calabrese. Nulla di tutto questo – è ormai passata una settimana – è avvenuto. Gli unici ad indignarsi sono stati i giovani che hanno sostenuto Salvatore Scalzo. Nell’imbarazzato silenzio dei cosiddetti “big” del loro stesso partito. E contro di loro, che si limitavano a chiedere al Prefetto e alla Commissione elettorale la giusta prudenza davanti ad uno scenario obiettivamente ambiguo, si sono invece scatenati gli attacchi dei maggiorenti del Pdl, che accusavano quanti chiedevano giustizia e legalità di «deturpare l’immagine di Catanzaro». Siamo al paradosso dello sciocco che guarda il dito che indica la luna. Anche i giornali nazionali, travolti dal terremoto politico innescato nel Paese dal voto di domenica scorsa, ci hanno messo qualche giorno prima di rendersi conto di quanto accadeva in fondo allo Stivale. Poi, ieri, il Corriere della Sera, decide di dedicare al caso quasi una pagina. E lo fa prendendo una posizione durissima nell’editoriale firmato da Federico Fubini. Lo riproponiamo ai nostri lettori.

Nell’indifferenza della politica romana, dalle elezioni a sindaco di Catanzaro emergono irregolarità, tracce di brogli e compravendita di voti. Ieri la Procura del capoluogo della Calabria ha persino disposto il sequestro di tutte le oltre 50.000 schede elettorali dello scrutinio, eppure pochi nelle segreterie centrali di partito sembrano preoccuparsene. Ecco alcuni dei fatti. Nella sezione 85, una delle pochissime nelle quali si sono svolti controlli esterni (tre su 90) dopo l’intervento della Digos, sono verbalizzate numerose irregolarità: 36 certificati elettorali utilizzati ciascuno due volte con nomi diversi, due schede depositate nell’urna in più rispetto al numero dei votanti, tre schede non vidimate eppure votate, varie altre schede stranamente deteriorate. Altrove, alla sezione 50, la Digos ha denunciato due persone che si trovavano davanti ai seggi aperti con volantini di un candidato di centrodestra e forti somme di denaro. Ne è scaturita un’indagine del pm Gerardo Dominijanni, con già tre indagati per compravendita di voti, falsificazione, alterazione e sostituzione di schede elettorali, fino al blitz di ieri su tutte le sezioni elettorali. Ci sono già venti elettori disposti a testimoniare che quando sono arrivati al seggio è risultato che qualcuno aveva già votato in nome loro. Un altro cittadino si è visto consegnare dagli scrutatori una scheda già votata. Su certi candidati allo spoglio non è stato registrato neanche il voto che si erano dati da sé o avevano avuto dai familiari. Tutto questo non è indifferente, perché Sergio Abramo (Pdl) è stato proclamato sindaco, evitando il secondo turno, per soli 130 voti. Il suo avversario Salvatore Scalzo (Pd) sarebbe stato competitivo in caso di ballottaggio. Ma non è questo il punto. Il punto è che la democrazia in Italia non è un menu variabile. Non si capisce perché la commissione elettorale centrale di Catanzaro abbia convalidato (con tre giorni di ritardo) un voto simile. Persino il Pd nazionale fino a ieri ha taciuto, imitato in questo dal Pdl. Sembra quasi che in tempo di crisi, al Sud, qualcuno abbia pensato che ci si potesse permettere un voto un po’ “kazako” in nome del quieto vivere. Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri dovrebbe occuparsene in fretta. E, se lo ritiene necessario, prendere provvedimenti.

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