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De Masi: «Sulle mie denunce si indaga anche a Trani»

Anche la Procura di Trani ha aperto un`indagine a seguito di nuove denunce presentate dall`imprenditore Nino De Masi che, noto per la sua battaglia condotta contro il sistema bancario, in passato h…

Pubblicato il: 15/05/2012 – 17:38
De Masi: «Sulle mie denunce si indaga anche a Trani»

Anche la Procura di Trani ha aperto un`indagine a seguito di nuove denunce presentate dall`imprenditore Nino De Masi che, noto per la sua battaglia condotta contro il sistema bancario, in passato ha portato il Tribunale di Palmi e la Corte d`Appello di Reggio Calabria a riconoscere il reato d`usura commesso a suo danno dai principali gruppi bancari italiani. E` lo stesso imprenditore a rendere nota, attraverso un comunicato, l`apertura di un fascicolo d`inchiesta da parte dei magistrati pugliesi.    
Le ipotesi di cui parla De Masi riguardano gli «articoli 640 c.p. (truffa) e 644 c.p. (usura)», e nel procedimento aperto risultano parte lesa l`imprenditore, la sua famiglia e le sue aziende.
«Questo – prosegue De Masi – è il risultato del lavoro che nei mesi scorsi mi ha portato a depositare presso alcune procure italiane, che avevano o potevano avere titolo e competenza per agire, delle dettagliate denuncie in cui facevo presente che: vi era una strategia mirata tendente ad appropriarsi illegalmente di ingentissime somme di denaro a danno dei correntisti  ed a vantaggio dei manager delle banche. Ciò con azioni studiate e “criminali” come l’usura e l’applicazione di meccanismi di calcolo di interessi e spese assolutamente illegali; le banche hanno violato le leggi, come sancito da migliaia di sentenze civili, senza che mai non solo si restituisse l’illecito arricchimento perpetrato a danno dei clienti ma continuando a perseverare con tali gravissimi e criminali comportamenti; esse hanno inoltre, come emerge dalle indagini svolte dalle autorità competenti, creato e gestito un cartello che ha privato il mercato stesso dalla libera concorrenza e che, di fatto in concorso tra di loro, hanno contribuito ad appropriarsi illegalmente di ingenti somme di denaro dei cittadini».
De Masi conclude con una riflessione che, come al solito, prende spunto dal suo caso, per allargare il ragionamento a tutto il sistema italiano. «Le quotidiane cronache che leggiamo dai media – afferma – ci fanno capire con quali criteri sono state governate le banche in Italia, anche con l’avallo di una classe politica  collusa e succube di tali poteri. Le vicende emerse dalle coraggiose inchieste giornalistiche e dal lavoro della Guardia di Finanza, per esempio sul caso Mps, fanno capire agli attenti osservatori anche le “strane coincidenze” del cambio dei vertici bancari e del ruolo di ben informati suggeritori. Le attività di indagine svolte da persone altamente competenti che certamente per storia e precedenti non guarderanno in faccia nessuno, garantiscono che prima o poi la verità salterà fuori e chi ha sbagliato ne pagherà le dovute conseguenze, ed io sino all’ultimo sarò qui a studiare, indagare e perseverare contro tali criminali».

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