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Premio Campiello, Carmine Abate in testa alla "cinquina"

VENEZIA Porta bene la parola “vento” nel titolo di un romanzo, almeno se partecipa alla selezione tecnica del premio Campiello, visto che lo scorso anno “Disegnare il vento” di Ernesto Ferraro (Ein…

Pubblicato il: 25/05/2012 – 21:05
Premio Campiello, Carmine Abate in testa alla "cinquina"

VENEZIA Porta bene la parola “vento” nel titolo di un romanzo, almeno se partecipa alla selezione tecnica del premio Campiello, visto che lo scorso anno “Disegnare il vento” di Ernesto Ferraro (Einaudi) guidava la classifica delle preferenze della giuria dei letterati e quest`anno “La collina del vento” di Carmine Abate (Mondadori) con 8 voti esce in testa dalla riunione, nell`aula magna del Bo, per la scelta della cinquina 2012. A dire l`ultima parola, però, come vuole la tradizione e il felice meccanismo di un riconoscimento letterario che taglia quest`anno il mezzo secolo di vita, sarà la giuria dei 300 lettori, rigorosamente anonimi, che il primo settembre prossimo nella serata conclusiva a Venezia decreteranno il vincitore assoluto. Lo scorso anno il Campiello era andato ad Andrea Molesini, con “Non tutti i bastardi sono di Vienna” (Sellerio). “Vento”, però, non è l`unico richiamo all`edizione 2011: c`è anche uno stato di salute del romanzo italiano abbastanza buono, con una forte tenuta delle storie familiari che investono i destini di più generazioni, di trame che hanno capacità di tessere vicende che sembrano toccare i tasti del saggio, di affondare le mani su fatti di ieri o di oggi attraverso “riletture” fantastiche, le quali offrono spunti che la memoria non ricorda. Della massa di libri giunti alla giuria tecnica, guidata da Massimo Cacciari, dopo mesi di letture e prime scelte sulla carta ne erano rimasti una sessantina. In realtà sul tavolo della giuria oggi c`era una lista con una dozzina di titoli. Alla fine, dopo un giro di tavolo di opinioni e interpretazioni da parte dei giurati, dalla prima votazione sono usciti quattro titoli: oltre ad Abate, “Più alto del mare” di Francesca Melandri (Rizzoli), “Il senso dell`elefante” di Marco Missiroli (Guanda), “Tutti i colori del mondo” di Giovanni Montanaro (Feltrinelli). Il quinto titolo, “Nel tempo di mezzo” di Marcello Fois (Einaudi), è uscito alla seconda votazione. Nei 64 titoli contenuti in una cartellina distribuita al pubblico, anche opere di studiosi o giornalisti-scrittori che però non sono mai entrati in gara per la cinquina finale. «Il lavoro non è stato difficile», ha sintetizzato Massimo Cacciari, presidente della giuria tecnica, puntando l`attenzione sulla validità della scelta operata da Confindustria Veneto di varare nel 1962 un premio letterario che ha saputo sempre essere espressione del binomio cultura-impresa. Anche questo – ha rimarcato – aiuta a uscire dalla crisi. «Una crisi che è di sistema, che riguarda non solo l`Italia ma l`Europa, e che non si può risolvere solo con qualche manovra finanziaria». Per Cacciari, bisogna saper puntare anche su cultura, formazione, giovani, paesaggio: «Tutto questo è strategico oppure abbiamo chiuso. Fare quello di cui si predica da tempo: passare dalle chiacchiere ai fatti». Il presidente della giuria si è anche concesso una battuta scherzosa con i “colleghi” – «alzi la mano chi li ha letti tutti?» – poi, più seriamente, ha evidenziato come nelle storie dei libri del Campiello 2012 emergano «tante famiglie, tante mamme, tanti sentimenti» ma anche tanta capacità di guardare attraverso le cifre del romanzo al presente.

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