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CALCIO INFETTO | Dagli slavi che gestivano il calcio «massimo rispetto» per Peppe Sculli

Il coinvolgimento di Giuseppe Sculli nell’inchiesta sul calcioscommesse nasce da un’altra indagine «di contenuto diverso» condotta dalla Procura di Alessandria. Nulla a che vedere con il pallone: i…

Pubblicato il: 28/05/2012 – 17:06
CALCIO INFETTO | Dagli slavi che gestivano il calcio «massimo rispetto» per Peppe Sculli

Il coinvolgimento di Giuseppe Sculli nell’inchiesta sul calcioscommesse nasce da un’altra indagine «di contenuto diverso» condotta dalla Procura di Alessandria. Nulla a che vedere con il pallone: il fascicolo riguardava alcuni pregiudicati come quello che i magistrati di Cremona definiscono «l’uomo di fiducia» del nipote del Tiradritto, cioè l’albanese Altic Safet. Quest`ultimo, pluripregiudicato, è stato arrestato per traffico di droga e viene considerato un elemento del clan Fiandaca della mafia siciliana.
Il ruolo dell’attaccante originario di Ferruzzano, in particolare, sarebbe stato quello di «raccoglitore di una notevole somma di denaro per alimentare la combine» nel maggio dello scorso anno tra la Lazio, squadra in cui Sculli militava, e il Genoa, dove lo stesso calciatore calabrese aveva giocato a lungo ed è tornato dopo la parentesi laziale. Il 16 maggio 2011, l’attaccante, secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, ha preso parte a un vero e proprio “summit”, un incontro a Milano con tutti partecipanti, italiani e stranieri, alla manipolazione del match tra Aquile e Grifoni.

DAGLI ZINGARI «MASSIMO RISPETTO»
«Vale anche la pena di ricordare che Sculli, quantomeno per i suoi rapporti parentali, non è estraneo al mondo della criminalità organizzata. Egli è infatti nipote diretto dell’esponente di spicco della ‘ndrangheta Giuseppe Morabito detto “Peppe Tiradritto”, un mondo potenzialmente interessato a trovare canali di investimento e di riproduzione delle somme liquide di cui dispone». E questo spiega anche il “timore revenziale” degli indagati nei suoi confronti. Tant’è che quando uno degli scommettitori sfuggiti alla cattura, Hristijan Ilievsky, ha rilasciato un’intervista esclusiva a un giornalista de La Repubblica riferendo del coinvolgimento di Sculli, l’uomo ha inveito contro il cronista. Probabilmente, dicono gli inquirenti, in ragione dei «legami di parentela che collocano Sculli in un contesto degno del massimo rispetto».

NO DEL GIP ALL`ARRESTO
Nei riguardi del calciatore calabrese, la Procura aveva chiesto l’arresto, così come per gli altri 19 indagati. Il gip, tuttavia, non ha ritenuto di applicare la misura cautelare. «Gli elementi raccolti nei confronti di Sculli, benché molto significativi e tali da confermare il quadro generale di lettura degli eventi fornito da Gervasoni, Carobbio, dall’analisi dei tabulati e dalle rogatorie, non sono definitivi in ordine al suo inserimento stabile nell’organizzazione e devono essere approfonditi». Non è certo, cioè, che Sculli fosse parte integrante della banda degli “zingari”.

IL SUMMIT MILANESE
«La sera del 16 maggio 2011 – scrivono i magistrati – Sculli è presente a Milano, in circostanze temporali assolutamente coicidenti (con celle compatibili), in occasione del descritto summit avvenuto per la spartizione delle vincite conseguenti alla partita Lazio-Genoa». Il match si era concluso con un largo 4-2 per i biancocelesti. Una gara segnalata da un bookmaker austriaco come “sospetta”, per l’alto e anomalo numero di puntate su un pronostico del tutto particolare: il pareggio alla fine del primo tempo, il successo dei padroni di casa con molti gol (“over”) al 90’. Alla cena milanese, assieme a Sculli, c’erano Ilievsky e Alessandro Zamperini (calciatore arrestato nella tranche d’indagine del giugno di un anno fa). Ma nel capoluogo lombardo, quella sera, con orari e in luoghi compatibili, c’erano anche Antonio Bellavista (ex Bari, anch’egli arrestato), Mauro Milanetto (finito in manette oggi) e un altro genoano, Dario Dainelli.
Pochi giorni prima della goleada laziale, inoltre, Sculli «si era fatto promotore di un altro incontro tra il medesimo Safet Altic ed il calciatore georgiano Kakhaber Kaladze (in forza anch’egli al Genoa) che doveva tenersi a Milano lo stesso 12 maggio 2011 e che non si verificherà per un controllo di polizia esperito poco prima nei confronti dell’Altic e di alcuni suoi accompagnatori. Kaladze (all’epoca comunque dimorante a Milano) dalle conversazioni intercettate sembra essere interessato all’acquisto di “porte” (termine criptico usato da Altic), che avrebbe dovuto comperare per un corrispettivo di 50.000 euro».

I PRECEDENTI (SPORTIVI) DI SCULLI
«Giova rappresentare peraltro che Giuseppe Sculli – aggiungono i magistrati – non è nuovo a fatti del genere. Egli risulta essere già stato implicato (e quindi squalificato dalla giustizia sportiva per otto mesi) in vicende relative all’alterazione di eventi sportivi, precisamente nella partita Crotone-Messina del campionato di serie B 2001/2002». In quella circostanza con il nipote del “Tiradritto”, all’epoca in forza ai pitagorici, si sarebbe prodigato per consentire il successo della formazione peloritana.

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