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«Commissione d`inchiesta sull`attività della Sorical»

REGGIO CALABRIA Un fallimento totale. Potrebbe essere questo il bilancio complessivo della gestione da parte della Sorical dei servizi idrici regionali. Di certo, è il quadro che hanno tracciato Pa…

Pubblicato il: 31/05/2012 – 14:37
«Commissione d`inchiesta sull`attività della Sorical»

REGGIO CALABRIA Un fallimento totale. Potrebbe essere questo il bilancio complessivo della gestione da parte della Sorical dei servizi idrici regionali. Di certo, è il quadro che hanno tracciato Pasquale Tripodi, Demetrio Battaglia, Bruno Censore e Giuseppe Giordano. I consiglieri regionali d’opposizione questa mattina hanno chiesto a gran voce la costituzione immediata di una commissione d’inchiesta che indaghi sull’operato della Sorical e la convocazione di un Consiglio ad hoc per sciogliere definitivamente il nodo sulla gestione del ciclo delle acque calabresi. Il momento è delicato, anche in seguito alla decisione del socio privato Veolia di rescindere la convenzione stipulata con la Regione Calabria. Una scelta che qualche settimana fa ha spinto il governatore Peppe Scopelliti ad annunciare la ricerca di un nuovo partner che immetta nuovi capitali in un sistema ormai al collasso. Ma i quattro consiglieri d’opposizione non ci stanno, convinti come sono che non si debbano ripetere gli errori commessi a partire dal 2004 (anno in cui Sorical inizia la sua attività). Un periodo contrassegnato da criticità endemiche irrisolte, tariffe schizzate alle stelle e investimenti promessi ma mai completati. Bisogna insomma cambiare strada, ideare una nuova strategia, anche tenendo conto del risultato referendario dello scorso anno, che ha sancito la volontà dei calabresi di mantenere pubblica la gestione delle acque. «L’acqua – ha detto Pasquale Tripodi – è un bene inalienabile. Sono quantomai urgenti dei chiarimenti sulla impostazione dell’intero sistema». A supporto delle loro tesi, Tripodi-Battaglia-Censore-Giordano hanno presentato un dossier minuzioso che stigmatizza i peccati originali della Sorical. Il più grave, senza dubbio, la mancata realizzazione delle opere in programma, grazie alle quali si sarebbero verificati l’aumento della quantità di acqua potabile, il rinnovo degli impianti e il dimezzamento dei costi. Investimenti che nei piani iniziali toccavano la cifra di 305 milioni di euro, a fronte dei 60 effettivamente erogati. La convenzione prevedeva anche la messa in esercizio delle dighe Menta e Alaco. La prima non ancora ultimata, la seconda al centro di un’indagine della magistratura per il presunto grave inquinamento delle sue acque. «Sorical doveva sopperire a molte criticità – attacca Bruno Censore -, invece siamo al punto di non ritorno, una situazione che sarà pagata dai calabresi. Il socio privato non ha dato nessun apporto, da quanto ci risulta è invece la Regione a farsi carico di mettere i soldi e contrarre i mutui». Sorical doveva anche determinare uno snellimento delle tariffe. Che invece sono aumentate a dismisura, determinando – secondo i quattro consiglieri – una grave situazione debitoria da parte dei Comuni, pari a 160 milioni di euro. «È realistico prevedere – è scritto nel dossier – che il credito reale sia minore di quanto ipotizzato, e verosimilmente quantificabile intorno ai 100 milioni». A ciò si aggiungano le sofferenza finanziarie creata alla Regione dalla società di gestione del servizio idrico, secondo i consiglieri d’opposizione quantificabile in 385 milioni di euro, dovuti per la maggior parte a un mutuo contratto con una banca irlandese (238 milioni) e a risorse europee non utilizzate e che dovranno essere restituite (145). «Questa vicenda – secondo Demetrio Battaglia – rischia di lasciare delle macerie, un altro debito nascosto per una Regione seduta su una marea di debiti di cui non si conosce ancora la reale entità». Una delle perplessità condivise da tutti riguarda la ripartizione dei guadagni e quella dei debiti. Il dubbio è che i profitti riguardino solo Sorical, i passivi solo la Regione. «Non accettiamo – afferma Giordano – che la parte pubblica socializzi le perdite e la parte privata privatizzi gli utili». Le questioni da risolvere dunque non mancano. Adesso la palla passa alla giunta regionale.

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