Celi a muso duro contro Talarico e Trematerra: la disfatta è stata vostra

CATANZARO «Credo sia opportuno rispondere a quanto leggo circa le dichiarazioni di alti esponenti dell’Udc calabrese in una riunione svoltasi venerdì a Lamezia Terme sul risultato di quest’ultima tornata elettorale a Catanzaro». Un po` in ritardo, ma è una vera e propria analisi del voto quella del candidato centrista alla poltrona di sindaco del capoluogo, Pino Celi, che parte dai numeri: «Certamente un quasi 6 per cento circa raccolto intorno al nome del sottoscritto è stato molto poco, ma non è poca cosa per chi si intende di politica; chi la pratica quotidianamente ricoprendo alte cariche istituzionali, non può considerare, né può far finta di niente in merito a quanto è successo al riguardo, prima e durante la campagna elettorale».
Celi intende «rammentare in specie a Franco Talarico» che «il modesto risultato va rapportato, in ogni caso, ad un solo mese di lavoro preparatorio nei confronti di chi ha avuto un anno (vedi Scalzo) o sei mesi (come Abramo)» e che «i tentativi di togliere dei candidati dell’Udc sono stati esercitati sino all’ultima ora prima della presentazione delle liste». E ancora, ricorda Celi, «le iniziative di far svanire liste associate dell’area di centro sono state tante, forse troppe, e reiterate. Non ho conosciuto, né ho avuto a disposizione – aggiunge – nelle liste dell’Udc (nonostante ce ne siano), candidati assessori regionali, o liste di assessori regionali, come invece ne ha potuto usufruire il candidato Abramo, in maniera assolutamente determinante. Non ho avuto liste del presidente Talarico, come invece, ha avuto Abramo con la lista del presidente Scopelliti».
Argomentando che «da una semplice analisi del costo posso ben dire che dei voti di lista Udc, il sottoscritto, non ne avrà usufruito di più di un 30%», Pino Celi lamenta come «questa analisi del voto, evidentemente, non interesse né all’onorevole Talarico, né all’onorevole Trematerra con i quali non ho avuto, nonostante il reciproco rispetto, il piacere di potermi confrontare dopo le elezioni. D’altra parte, chi sono io, se non poca cosa, rispetto al trascinatore Ciconte (mio ottimo amico), specie alla luce degli ultimi avvenimenti politici». Un messaggio diretto ai vertici dei cesiani di Calabria, rimarcata «essendo l’Udc parte della coalizione che mi ha indicato quale candidato a sindaco dell’area di centro»; e «a chi parla di disfatta dell’Udc a Catanzaro» Celi risponde che «se disfatta c’è stata è la vostra stessa disfatta, e a me non appartiene. La disfatta di chi non riuscendo a fare sintesi in merito al  progetto elettorale amministrativo, rema contro chi, il progetto, comunque lo ha portato avanti, non integrando candidati nella lista, lavorando sottobanco, (anzi in maniera quasi palese) magari a favore dell’avversario politico, salvo poi lamentarsi e puntare il dito contro chi, all’interno del partito è stato vittima di questo stesso atteggiamento. Ho aderito con spirito di servizio e senso del sacrificio al progetto, esponendomi in prima persona, con la voglia di mettermi a disposizione della comunità e dimostrare così che, la città, poteva e potrà contare su una alternativa nel pluralismo, che per me significa un ritorno alla civiltà democratica ed al rispetto delle tante persone libere del nostro territorio».