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Mimmo Talarico: «Il "modello Reggio" vacilla»

COSENZA Non è una consuetudine delle nostre latitudini che un consigliere regionale chiami i cittadini per dare loro conto del proprio agire politico. Eppure Mimmo Talarico lo ha fatto, riempiendo …

Pubblicato il: 08/06/2012 – 21:09
Mimmo Talarico: «Il "modello Reggio" vacilla»

COSENZA Non è una consuetudine delle nostre latitudini che un consigliere regionale chiami i cittadini per dare loro conto del proprio agire politico. Eppure Mimmo Talarico lo ha fatto, riempiendo una sala di gente che era lì certamente per vicinanza umana e di idee, ma pure per sapere cosa succede dentro il Palazzo. Un comportamento che va contro quella che con linguaggio involgarito viene chiamata antipolitica e che invece è un segno di partecipazione. I temi dell’incontro erano quelli maggiormente sentiti, dai costi della politica al degrado della Sanità e il consigliere di Idv si è offerto alle domande di Franco Dionesalvi, Arcangelo Badolati e Gianfranco Bonofiglio. È stata l’occasione per spiegare le proposte di legge che Idv ha presentato all’assemblea regionale, come la votazione elettronica in Consiglio, «che sarebbe utile per sapere chi vota e chi no e come vota», ha spiegato Talarico. Una tappa per diradare le nebbie dentro cui spesso ci si muove, imponendo trasparenza alle scelte compiute dai consiglieri. Oppure l’idea di usare il question time come in Parlamento, per poter direttamente porre domande agli assessori. L’impegno di Talarico sembra molto canalizzato verso la necessità di prendere le distanze da certi diffusi comportamenti ambiglui, per fare emergere la qualità del lavoro svolto e distinguersi dalla casta. Un tema cui il consigliere è assai sensibile, avendo da tempo ribadito la necessità di fare la differenza tra «chi in aula e in commissione lavora e chi nemmeno ci viene».
Tuttavia per Talarico c’è una perversa contiguità tra la casta e la società civile che la vota, perché è di tutta evidenza che la qualità della costruzione del consenso fa la qualità della classe politica. «Ci sono stati aspiranti consiglieri che sono andati a cercare voti nella casa dei boss e non hanno nemmeno ricevuto una nota di riprovazione da parte di chi li ha candidati», ha affermato Talarico, annunciando così le stoccate al governatore. «Scopelliti deve spiegare il modello Reggio, perché è stato eletto in quanto bravo sindaco di quella città. Oggi quel modello vacilla perché lui e alcuni dirigenti hanno avuto organici rapporti con aree opache», ha detto Talarico tra il consenso dei presenti. Non poteva mancare il richiamo alle tentazioni da rottamatore che il governatore ha sfoggiato recentissimamente, chiedendo che il cinquanta per cento dei consiglieri vadano a casa. In verità Talarico non ha mancato di far notare che alcuni consiglieri sono stati già mandati via, perché arrestati. Ed è stato a questo punto che il dibattito ha affrontato un`anomalia calabrese. Mentre a livelo nazionale il Pdl fa quadrato attorno ai suoi inquisiti con una posozione iper garantista, qui invece gli indagati tratti in arresto vengono scaricati e dimenticati. È per esempio il caso dell’ex potente Franco Morelli, nel carcere di Opera da mesi. Su questo Talarico ha sfoggiato un agevole garantismo, spostando l’attenzione sul fatto che Scopelliti sia stato molto più tranciante. Da qui alla commissione Antimafia, guidata da Salvatore Magarò, il passo è stato breve e il giudizio severo: «Quella Commissione serve solo a mettere targhe che annunciano che la mafia non entra. Peccato che Magarò non l’abbia messa sui muri del Comune di Reggio», ha chiosato il consigliere di Idv. Il confronto ha poi ripreso uh respiro pià propriamente politico, affrontando la marginalità che la Calabria soffre rispetto alle scelte assunto a Roma o a Bruxelles. Poi ovviamente la disoccupazione, i paradossi delle Borse lavoro proposte dalla Regione per le quali sono giunte migliaia di domande tutte inviate esattamente nella stessa ora, quando a far graduatoria valeva la data di arrivo e dove comunque la società di Abramo, attuale sindaco di Catanzaro ha vinto cinquecento borse per poter assumere con l’agevolazione della Regione altrettanti giovani. E alla fine la Sanità, dove per Talarico occorre trovare la coniugazione tra la qualità dei servizi, diffusa sul territorio e la lotta agli sprechi e al clientelismo.

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