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PD NELLA BUFERA | Muzzì difende D`Attorre: «Ora è facile mostrarsi indignati»

CATANZARO Non c`è solo l`ex deputato Paolo Palma a difendere il commissario del Pd calabrese Alfredo D`Attorre dopo il rinvio della stagione congressuale. In queste ultime ore pure il già candidato…

Pubblicato il: 11/06/2012 – 15:17
PD NELLA BUFERA | Muzzì difende D`Attorre: «Ora è facile mostrarsi indignati»

CATANZARO Non c`è solo l`ex deputato Paolo Palma a difendere il commissario del Pd calabrese Alfredo D`Attorre dopo il rinvio della stagione congressuale. In queste ultime ore pure il già candidato alla segreteria regionale del partito Mario Muzzì vuole far sentire la sua vicinanza all`uomo inviato da Bersani in Calabria per rimettere le cose a posto all`interno dei democrat. «La posizione più comoda – scrive Muzzì – sarebbe quella di mostrarsi indignati, come stanno fingendo in tanti, ma la realtà triste delle modalità con cui si era pervenuti all’individuazione di certe candidature e la pervicacia di mantenerle in vita che ne aveva caratterizzato la fase di riflessione imposta dallo stesso commissario da sole basterebbero a giustificare lo stop delle procedure in corso per la celebrazione dei congressi, anche se non va sottovalutato il rischio, da me già denunciato, che il confronto sul profilo dei concorrenti si sarebbe tramutato in uno scontro senza precedenti tra i ruoli svolti dai diversi livelli di rappresentanza istituzionale, la cui qualità non sempre è stata ritenuta all’altezza delle aspettative del popolo democratico. I primi segnali, compresi quelli di alcuni posizionamenti sospetti, non sono stati incoraggianti e l’idea che l’occasione straordinaria del ripristino della normalità democratica del partito fosse stata offuscata dall’ennesima prova muscolare basata sui pacchetti di tessere mi aveva indotto non solo a fare un passo indietro ma a divenire un convinto sostenitore della tesi di D’Attorre sulla necessità di pervenire ad una soluzione unitaria o la più convergente possibile».
Secondo il dirigente del Pd «la verità è che tutti, in precedenza, ci siamo riempiti la bocca delle parole unità e servizio: in realtà ognuno pensava ad un’unità e ad un servizio che fossero di supporto a reconditi disegni di egemonia in vista di scadenze alle quali spesso si guarda più per la salvaguardia del proprio interesse che per quello del partito e dei calabresi! La decisione di D’Attorre è stata coraggiosa proprio perché utile a smascherare le perversità intenzionali di chi immaginava la reiterazione di una nuova Caposuvero mediante l’elezione di un segretario di garanzia e di un gruppo dirigente, selezionato ancora una volta con il metodo del fidelismo e sotto il ricatto della contingente appartenenza correntizia».
Insomma, per Muzzì «adesso non è tempo di isterismi  o per dare sfogo ad un’indignazione di maniera ma di capire le ragioni vere di una scelta così impopolare e di reagire con il dovuto senso di responsabilità che si richiede in frangenti di difficoltà oggettive quale quello che sta vivendo il Pd calabrese. Valorizziamo allora la scelta di D’Attore di ripartire dai circoli e dalla loro vivacità, non solo perché lontani da contaminazioni, ma perché luogo di dibattito libero dove la conoscenza dei problemi reali è l’antidoto vero per combattere ogni forma di ipocrisia, soprattutto in materia di rispetto delle regole, invocato spesso a seconda della convenienza personale e non come dogma assoluto accettato da tutti».

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