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Scopelliti: «Sugli ospedali psichiatrici servono idee chiare»

REGGIO CALABRIA «In qualità di governatore della Regione Calabria e di commissario del Piano di rientro, è bene che sia concreto: per affrontare la sfida cui siamo chiamati, sfida che non è solo or…

Pubblicato il: 11/06/2012 – 21:00
Scopelliti: «Sugli ospedali psichiatrici servono idee chiare»

REGGIO CALABRIA «In qualità di governatore della Regione Calabria e di commissario del Piano di rientro, è bene che sia concreto: per affrontare la sfida cui siamo chiamati, sfida che non è solo organizzativa ma è anche culturale, dobbiamo avere le idee chiare su cosa ci serve per attuare un modello di accoglienza e cura e soprattutto su come attuare il modello che abbiamo pensato». Lo ha detto il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, intervenendo al forum del Centro servizi per il volontariato Due Mari, sulla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari decisa dal Parlamento entro il 21 marzo 2013, al quale ha partecipato il ministro della Salute, Renato Balduzzi. «Dico questo – ha aggiunto – perché davvero non è più iltempo di parlare di ideologie o di obiettivi a lungo termine: il 2013 è veramente quasi domani e la sanità calabrese è nel mezzo del suo faticoso piano di riorganizzazione. La sfida politica di riuscire a dare efficienza ed efficacia al Sistema sanitario regionale non è operazione facile né immediata. Oggi finalmente le mura sono cadute, il malato psichiatrico anche se autore inconsapevole di reato, non chiede semplicemente assistenza caritatevole o umana pietà: chiede diritti, e in particolare diritto alla salute. E noi, società civile, abbiamo il dovere di rispondere alle sue esigenze di salute proprio come riconosciamo di doverlo fare in tutti gli altri settori della medicina tradizionale. Non si tratta più di paura e isolamento o di pietà ma di consapevolezza di diritti». «Quella che possiamo definire come una dicotomia di esistenza tra gli operatori a vario titolo della salute mentale, siano essi medici, psicologi, giuristi o protagonisti della cooperazione sociale – ha aggiunto – non è né logica né sensata perché in un settore tanto delicato quale quello della salute mentale, è solo il lavoro sinergico tra tutti, il malato per primo, quello che ci può offrire la garanzia del miglior risultato possibile. Dobbiamo essere consapevoli che solo lasinergia potrà fornire un valido modello per il reinserimento sociale di quegli individui che oggi si ritrovano isolati dal mondo ai margini dell`umana dignità. La Calabria non è impreparata ad affrontare questa nuova esperienza, avendo già avviato i percorsi per il rientro degli internati al fine di proseguire cure e riabilitazione presso i competenti Dipartimenti Salute Mentale delle aziende sanitarie. E già un primo iniziale nucleo è stato ricollocato sul territorio, tra le famiglie, i servizi per la salute mentale e le strutture territoriali». Scopelliti ha poi ricordato che «dal 2006 è operativa nella casa circondariale di Reggio Calabria, la sezione specializzata di Osservazione psichiatrica, unica nel Meridione, primo filtro all`invio dei detenuti in Opg, e la sua attività ha contribuitoin maniera sostanziale a rendere esiguo il numero degli internati calabresi. Collateralmente si vuole segnalare come nell`ambito dei Progetti obiettivi di Piano sanitario nazionale è stato avviato, con capofila l`Asp di Reggio Calabria, unprogetto biennale sul disagio mentale negli istitutipenitenziari della Regione, finalizzato a realizzare una linea guida regionale omogenea per la gestione della problematica in carcere e per la formazione diffusa del personale operante negli istituti di pena della regione, con un finanziamento di 100mila euro per il primo anno e 77mila per il secondo. In questo contesto, quindi, è evidente l`attenzione che la Regione ha posto sulla problematica e gli strumenti che sono stati già messi in campo per le soluzioni più idonee».

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