Entrambi leggono l’esplosione della bomba all’agenzia delle entrate di Lamezia Terme come un episodio di rabbia sociale, anche se le indagini continuano a 360 gradi. Ma tanto il presidente del consiglio regionale quanto l’ex governatore non riescono a trovare una spiegazione diversa. Per Franco Talarico «si tratta di atti di violenza e arroganza che condanniamo fermamente, che preoccupano e richiedono risposte decise e attenzione massima da parte del Governo nazionale, istituzioni, politica e cittadini onesti. La gravità del momento ed il pericolo che in Calabria irragionevolezze e prepotenza criminale possano aggravare una situazione sociale già difficile, anche a causa di una condizione economica particolare, a cui si sommano ritardi storici, debbono indurci ad alzare il livello di guardia».
«Nessun disagio sociale può giustificare la gravità di quanto accaduto – avverte Talarico – ed è auspicabile che al più presto si possa far luce su un`azione violenta, l`ennesima nell`area di Lamezia Terme, alla quale bisogna opporre la forza delle idee, degli interessi della collettività, dei principi della legalità e del buon senso, nella convinzione che la Calabria può farcela ad invertire la rotta».
Il presidente del consiglio regionale, nel passaggio successivo della sua dichiarazione, sembra poi legare l’episodio alla battaglia che Lamezia sta sostenendo contro la chiusura del tribunale. «Questo nuovo episodio di brutalità criminale – aggiunge infatti – ci dimostra quanto sia necessario, a Lamezia, rafforzare i presidi giudiziari e l`azione di contrasto ad ogni forma di delinquenza e illegalità, a tutela di un territorio dove già operano, con coraggio e determinazione, magistrati e forze dell`ordine, a cui dobbiamo far sentire la nostra vicinanza e la nostra gratitudine».
Per Agazio Loiero, invece, «quanto accaduto ieri a Lamezia Terme impone la massima attenzione, specie in Calabria, dove si può animare una pericolosa rabbia sociale. Una cosa gravissima, – aggiunge Loiero – una inaccettabile violenza sulla quale è necessario essere vigili».
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