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CASO SARLO | Se all`improvviso la Regione ricorda la legge Brunetta

CATANZARO L`assessore al Personale, DomenicoTallini, indagato per la nomina di Alessandra Sarlo, ha centrato il punto. Anzi, i punti. Che sono due: il rispetto della famigerata legge Brunetta e la …

Pubblicato il: 20/06/2012 – 18:27
CASO SARLO | Se all`improvviso la Regione ricorda la legge Brunetta

CATANZARO L`assessore al Personale, DomenicoTallini, indagato per la nomina di Alessandra Sarlo, ha centrato il punto. Anzi, i punti. Che sono due: il rispetto della famigerata legge Brunetta e la distinzione delle sfere di competenza tra burocrati e politici. Tallini sa bene come funziona la macchina regionale e sa come la Regione si è comportata nell`ambito delle nomine, almeno negli ultimi due anni.

LA LEGGE BRUNETTA
Primo punto: l`applicazione della legge Brunetta. Prima della procedura che ha portato all`assunzione della Sarlo, l`assessorato al Personale è finito nel mirino di un esposto del Direr, sindacato che tutela i diritti dei dirigenti della pubblica amministrazione. Sulla scorta di quella denuncia, la Procura di Catanzaro aveva aperto un altro fascicolo, che porta il numero 117, come l`articolo della Costituzione che regola i rapporti tra Stato e Regioni. Il Direr racconta, in quelle pagine, la situazione così com`era cristallizzata al novembre 2010. A quei tempi, la Regione aveva conferito all`esterno 15 incarichi di dirigente generale e 14 incarichi di dirigente di settore. Troppi, secondo i parametri fissati proprio dalla norma voluta dall`ex ministro alla Pubblica amministrazione, praticamente il doppio rispetto alla cifra consentita. E tutti nominati, sempre secondo quanto si legge nell`esposto, senza che prima vi fosse stato un avviso rivolto alle professionalità interne. Il senso dell`obiezione è chiarissimo: ricorrendo agli interni si risparmierebbe molto. A Catanzaro la pratica dell`avviso interno non era molto in voga. Meglio passare alle nomine intuitu personae. Tallini lo sa bene, e lo sanno bene anche in giunta, visto che da allora gli esterni sono diminuiti in maniera piuttosto considerevole (ora si preferiscono i dirigenti comandati).

POLITICA E BUROCRAZIA
C`è un altro aspetto sul quale l`assessore al Personale, che sarà interrogato dal pm Dominijanni il 27 giugno, giustamente si concentra. È quello dei rapporti tra burocrazia e politica. Tallini ricorda che «l’assessore non interviene nell’iter procedurale, né ha competenze gestionali, ma si limita a portare in giunta le proposte degli uffici». Chiarissimo. Come è chiara una delibera che risale al 2 novembre 2011 e dispone il reintegro in servizio di due dirigenti esterni (tra quelli nominati senza che prima fosse stato emanato un avviso interno). Bene, questa delibera è tutta politica. Tallini propone la riassunzione e il presidente Scopelliti la firma sulla scorta del  contestato parere di un membro dell`Avvocatura regionale. Non c`è istruttoria né proposta da parte degli uffici, secondo l`iter che lo stesso assessore ricorda nella sua nota di commento alle indagini. Nel caso della Sarlo non è stato così: l`avviso interno è stato pubblicato sul sito della Regione (non sul Bollettino ufficiale) ma, secondo l`accusa, il curriculum sarebbe stato sopravvalutato. Vuole verificarlo la Procura di Catanzaro e lo pensa uno dei dirigenti che hanno partecipato alla selezione interna, che ha avanzato un ricorso al Tar per annullare la nomina.

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