La Regione stanzia 582mila euro per il nubifragio. Del 1987

LAMEZIA TERME Districarsi tra le pieghe del bilancio è una faticaccia. Il rischio è quello di perdersi, dimenticare voci passive o attive, rimuovere il pagamento di fornitori e togliere risorse a intere comunità. Capita, così, di dover intervenire in corsa. Piccoli pit stop necessari per onorare tutti gli impegni, anche quelli più improbabili. La Calabria non fa eccezione e, andando a ricontrollare le voci in ingresso e in uscita, ha dovuto mettere mano al portafoglio.
Un intervento sostanzioso, quello disposto dalla giunta regionale lo scorso 26 aprile: dal fondo di riserva sono stati prelevati poco più di 268 milioni di euro. Quasi tutti se ne andranno in residui passivi, vecchi debiti per i quali non era stato previsto uno stanziamento di cassa, e spese per la copertura dei disavanzi sanitari.
La voce più sostanziosa, dopo la sanità e i generici debiti “pesa” 582mila euro ed è riservata alle «spese per agevolare il ripristino e la riparazione delle opere pubbliche danneggiate dall`eccezionale nubifragio abbattutosi nei giorni 15 e 16 novembre 1987 nelle province di Catanzaro e Reggio Calabria». Una catastrofe naturale che continua a gravare sulle casse pubbliche a un quarto di secolo da quando si è abbattuta sul territorio. Sicuramente un evento eccezionale, almeno se lo si valuta dal numero di anni in cui ha inciso sulle casse pubbliche (prima con stanziamenti erogati dallo Stato, adesso con il prelievo dal fondo di riserva).
Qualche spicciolo, che rischia di scomparire in mezzo a tanta grazia, anche sul capitolo delle «spese per viaggi, trasferte, missioni per il presidente e per gli assessori». Per la “logistica istituzionale” è stato stanziato un surplus di 34.457 euro.