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OPERAZIONE MEDUSA | La saga dei Giampà: dalla scissione al controllo di Lamezia

LAMEZIA TERME In principio fu la scissione, avvenuta nel 2000, della cosca Cerra-Torcasio-Giampà, all`indomani del processo “Primi passi”. Poi fu la riorganizzazione. E non cambiò molto. Come emerg…

Pubblicato il: 28/06/2012 – 11:42
OPERAZIONE MEDUSA | La saga dei Giampà: dalla scissione al controllo di Lamezia

LAMEZIA TERME In principio fu la scissione, avvenuta nel 2000, della cosca Cerra-Torcasio-Giampà, all`indomani del processo “Primi passi”. Poi fu la riorganizzazione. E non cambiò molto. Come emerge dall`ordinanza del gip, il capo dei Giampà è ancora Francesco, “il Professore”, che continua a dare direttive dal carcere. Sul territorio, i suoi “rappresentanti” sono il figlio Giuseppe, detto “capu randi”, il cognato Vincenzo Bonaddio, detto “ca ca”, Pasquale Giampà, detto “millelire”, il nipote acquisito Aldo Notarianni, detto “Piluosci” e Rosario Cappello, “chillo da muntagna”, ora divenuto collaboratore di giustizia. È questa la “commissione Giampà”: una cupola che gestisce gli affari del clan.

COSCHE INGLOBATE E OMICIDI EFFERATI
Come una piccola holding finanziaria, la cosca ha inglobato altre `ndrine: quelle dei Notarianni (i cosiddetti “Piluosci”) e dei Cappello-Arcieri (“chilli da muntagna”), di cui alcuni elementi, come Aldo Notarianni – recentemente condannato, in primo grado all’ergastolo, insieme a Domenico Giampà,  per l’omicidio di Roberto Amendola – e Saverio Cappello – ora collaboratore di giustizia – contribuivano a comporre il gruppo di fuoco della cosca, in perenne guerra con gli avversari Torcasio-Gualtieri. Una contrapposizione che ha lasciato una lunga scia di sangue nell`ultimo decennio e ha subito un`impennata nell`ultimo anno e mezzo, partendo dall’omicidio di Nicola Gualtieri detto il ‘Coccodrillo’, consumatosi nel dicembre 2010, passando attraverso l’attentato ai danni di Umberto Egidio Muraca, per giungere agli omicidi di Vincenzo e Francesco Torcasio, padre e figlio uccisi rispettivamente il 7 giugno 2011 e il 7 luglio dello stesso anno.  

ALLEANZE: DA LAMEZIA A MILANO
Non ci sono solo le guerre, nel romanzo criminale dei Giampà. Ovviamente, nella geopolitica mafiosa contano molto (forse di più) le alleanze. E le indagini hanno svelato che la cosca ha rapporti di alleanza e di non belligeranza ma anche di comune spartizione del racket estorsivo, con la cosca Iannazzo di Sambiase e con la cosca Anello di Filadelfia. I rapporti sono ottimi, poi, con la cosca Bellocco di Rosarno e con il gruppo “milanese” di Antonio Stagno, nipote diretto del “Professore”, che ha la sua base operativa a  Giussano. E recentemente è stato condannato nel processo ‘Infinito’ della dda di Milano.
Questi rapporti hanno consentito ai Giampà, dal 2004 sino ad oggi, di porsi in posizione di egemonia soprattutto a Nicastro. Via del Progresso, una delle arterie principali della città della Piana, è praticamente un loro feudo. Ma la sfera d`azione arriva fino a Pianopoli e Feroleto Antico, e nelle zone “della montagna”, dal quartiere “Bella”, di Lamezia, sino a Decollatura e Platania.

COMMERCIANTI SOTTO PRESSIONE
L`egemonia, ovviamente, non è fine a se stessa. Ma si traduce in una fortissima pressione estorsiva mafioso-‘ndranghetistica nei confronti degli imprenditori e commercianti lametini, che pagano sistematicamente l’estorsione per continuare a lavorare in tranquillità. E si tratta di un`estorsione a volte diversa da quella “classica”: non solo denaro, ma anche il prelievo di beni, merci e forniture senza pagamento di corrispettivo oppure con lo sconto imposto del 50% del prezzo. Come dire: qui comando io. E comandano davvero, giacché imprenditori e commercianti lametini non denunciano.

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