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OPERAZIONE MEDUSA | Il coraggio non abita nella città di Trame

LAMEZIA TERME Nella sede dell`Ala, associazione antiracket di Lamezia Terme, si ritrovano commercianti e imprenditori che sanno bene quanto sia forte la pressione criminale sulle loro attività. In …

Pubblicato il: 28/06/2012 – 13:35
OPERAZIONE MEDUSA | Il coraggio non abita nella città di Trame

LAMEZIA TERME Nella sede dell`Ala, associazione antiracket di Lamezia Terme, si ritrovano commercianti e imprenditori che sanno bene quanto sia forte la pressione criminale sulle loro attività. In quella stanza basta guardarsi in faccia per capire quanto sia sentito il problema, quanto sia dura andare avanti. Nella città di “Trame” – e questo da un senso ancora più profondo allo scopo della manifestazione – parlare con le forze dell`ordine è difficile, perché le cosche (soprattutto i Giampà) su via del Progresso fanno il bello e il cattivo tempo.
Così, se è difficile parlare con le forze dell`ordine, le forze dell`ordine sono costrette ad ascoltare. E registrano le conversazioni tra i membri dell`associazione antiracket lametina, iniziando da un colloquio – captato nella caserma dei carabinieri – tra Armando Caputo, presidente dell`Ala, e Rocco Mangiardi, uno dei pochi commercianti lametini ad aver denunciato i propri estorsori. «I due – secondo quanto riportato nell`ordinanza firmata dal gip della Dda di Catanzaro – citavano  nomi e cognomi di altri commercianti di via del Progresso vessati dalla cosca». Il primo riferimento è a uno dei membri della “commissione Giampà”, (la cupola che, secondo uno dei pentiti, gestisce gli affari del clan) Aldo Notarianni, che «viene indicato come colui che andava a riscuotere sistematicamente l’estorsione per la cosca Giampà dall’imprenditore Orlando. Già in questo breve passaggio viene evocato tutto lo scenario associativo nella sua manifestazione più tipica: l’estorsione mafiosa». Sono frasi tratte dalle riunioni dell`associazione, che raccontano l`arroganza mafiosa, ma anche il nuovo modo in cui si manifesta. Non sempre si chiedono soldi in cambio: più spesso le richieste si concretizzano in beni o posti di lavoro per affiliati. Le storie si somigliano: succede che, dopo una bomba o una tanica di benzina, i commercianti chiedano di entrare nell`antiracket. Poi, però, finiscono per tirarsi indietro. Per gli inquirenti si tratta «di notizie riportate da Caputo certamente non per sentito dire, ma quali confidenze ricevute nella qualità di presidente dell’associazione antiracket, il quale in periodi di difficoltà, viene chiaramente contattato da imprenditori soggetti a estorsione, che pensano di trovare rifugio nell’associazione stessa».
Caputo vorrebbe condividere le informazioni, vorrebbe metterle in rete per dare un senso al suo impegno. E, invece, insieme con Mangiardi, commenta che «per taluni imprenditori il pagamento dell’estorsione viene accettato e “sdoganato” come se fosse il pagamento di una “forma di assicurazione”». Per i magistrati si tratta «di un concetto di non trascurabile importanza, in quanto in esso è racchiusa, a ben vedere, anche la spiegazione più semplice e immediata del perché il fenomeno sia ormai così radicato nella zona di Lamezia e nulla riescono a sortire le periodiche (ma, comunque, nel complesso sporadiche) operazioni di polizia giudiziaria. Il “capitale simbolico” della cosca è e rimarrà elevato sino a quando ci sarà anche un solo imprenditore che percepirà il proprio pagamento dell’estorsione come una “forma di assicurazione”. Così facendo, la ‘ndrangheta trova terreno fertile per bloccare lo sviluppo economico effettivo di un territorio».
La grave situazione lametina sta, forse, tutta in una frase rivolta da Mangiardi all`amico: «Il problema ce lo abbiamo tutti e parlano pochi. Quando siamo insieme parlano tutti dei problemi, quando siamo fuori, al momento dei fatti non parla nessuno».
E invece pagano tutti. C`è il proprietario di un concessionario di automobili: curioso che i Notarianni abbiano tutti auto della stessa marca di quelle vendute proprio da quell`imprenditore. C`è un commerciante di mobili, che Caputo vorrebbe accogliere nell`associazione antiracket e che invece, secondo i racconti intercettati, faceva da sponsor per un film contro la mafia e poi pagava il pizzo. L`elenco delle mancate denunce è lungo. Perché, si chiede ancora Mangiardi, «questi Giampà e i Notarianni, potevano vivere con i miei 1200 euro al mese che mi avevano chiesto? Non credo no!».
Il coraggio (a parte qualche eccezione) non abita nella città che, proprio nella scorsa settimana, ha celebrato l`antimafia civile. Nelle riunioni dell`Ala, salta fuori un panorama devastante. La `ndrangheta a Lamezia domina e impone le sue regole: « Si percepisce dalla viva parola delle vittime la situazione di sopraffazione quotidiana ed il timore, dovuto anche alla manifestazione del potere criminale con atti di violenza, diretti a danneggiare le loro attività commerciali  e proprietà private. La sopportazione è divenuta un male endemico della categoria che percepisce il pagamento dell’estorsione attraverso somme di denaro o prestazioni gratuite o, infine, assunzioni fittizie, come qualcosa di ineluttabile che esiste a Lamezia  da epoca assai risalente. E’ significativo al riguardo il passaggio in cui un imprenditore ricordava la prima estorsione subita agli inizi degli anni settanta e come per alcuni la cosca in questione esiste da molto tempo prima dello sviluppo economico della piana lametina».
Sono testimonianze crude, che, senza l`uso delle cimici, i carabinieri probabilmente non avrebbero mai ottenuto. Tra le pareti dell`Ala, si invitano gli imprenditori a raccontare le proprie vicende estorsive «in sede di riunione antiracket», perché si sa bene che in un commissariato o in una caserma pochissimi sono disposti a esporsi. A. T., un imprenditore che non si fa più vivo all`Ala, «in una precedente riunione – secondo il racconto di uno dei presenti –  non aveva parlato affatto, non trovando nemmeno la forza di salutare i presenti né all’inizio né al termine della stessa riunione». Il pizzo, per questi commercianti, è un dato di fatto: c`era prima di loro, c`è adesso e ci sarà anche dopo.

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