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Il direttore dell`Idi e del San Carlo: «Sono stato minacciato dalla `ndrangheta»

«Direttò, qua ci tocca sparare!». I tentacoli della `ndrangheta potrebbero rappresentare almeno una delle chiavi di lettura dell`inchiesta sugli ospedali della sanità cattolica romana, l`Idi e il S…

Pubblicato il: 10/07/2012 – 12:26
Il direttore dell`Idi e del San Carlo: «Sono stato minacciato dalla `ndrangheta»

«Direttò, qua ci tocca sparare!». I tentacoli della `ndrangheta potrebbero rappresentare almeno una delle chiavi di lettura dell`inchiesta sugli ospedali della sanità cattolica romana, l`Idi e il San Carlo.
Stando a quanto il manager Giuseppe Incarnato ha raccontato ai colleghi del Fatto quotidiano, le cosche potrebbero avere a che fare con il buco in bilancio delle colosso sponsorizzato dal Vaticano. Una voragine che sfiora i 600 milioni di euro.
Incarnato è indagato dalla Procura di Roma con l`accusa di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, insieme a gran parte dell’ex management e ai tre religiosi ai vertici della Congregazione dei figli dell’immacolata concezione: Franco Decaminada (considerato il don Verzè della capitale), Eugenio Lucchetti e Aleandro Paritanti.
I collegamenti con la `ndrangheta, Incarnato li ha riferiti al pm Michele Nardi. Ma perché le cosche calabresi potrebbero intimidire il dirigente dell`Idi e del San Carlo? «Molto semplice. – risponde Incarnato – Io con la vecchia gestione non ho nulla a che fare, i problemi sono nati quando ho iniziato a tagliare i vecchi fornitori, ho cancellato contratti importanti. Si è avvicinata una persona, mi ha beccato qui davanti, e mi ha detto: “Diretto’, qua ci tocca sparare”. Per questo c’è la guardia armata qui fuori. Era un calabrese, secondo me uno della ‘ndrangheta, ma non so come si chiama».
Stando sempre al suo racconto, Incarnato punta il dito sui suoi predecessori e spiega che, dopo le minacce, avrebbe deciso di pagare «tre mensilità ai dipendenti per fermare le agitazioni che servono per svendere questa struttura agli offerenti, cari al vecchio management”.
Puntuali sarebbero ritornate le minacce: «Sono andati sotto casa di Rosichini, il mio collaboratore e lo hanno minacciato. Rosichini fa una denuncia ai carabinieri, spiegando la cosa e mo’ sta sotto scorta.. Io sto scardinando un sistema e i magistrati indagano me?». È qui il nocciolo del problema per il direttore generale dei due ospedali al centro di un`inchiesta della Procura che sta andando oltre le minacce della cosche. Incarnato ha raccontato il sistema che ha trascinato l’Idi al collasso economico, fatto di sprechi e parentopoli: «Ora vi spiego come funziona. Quando io sono arrivato qua una siringa la pagavano 4 euro. La stessa siringa al negozio costa 0,2. A me è rimasto impresso e mi sono fatto spiegare il meccanismo secondo cui la fabbrica al nord vendeva al rappresentante in Lombardia, il rappresentante della Lombardia vendeva al rappresentante del Lazio, il rappresentante del Lazio vendeva al negozio di distribuzione, e il negozio di distribuzione vendeva all’ospedale». Spiegato come una siringa veniva pagata venti volte il suo prezzo, Incarnato ha illustrato anche le altre storture. Con i due ospedali della sanità cattolica alcuni personaggi hanno fatto affari d`oro. «Hanno succhiato le tette alla vacca. La società di vigilanza è legata a Temperini, il vecchio direttore generale. Il primario si è fatto la società di rappresentanza medica… quando mangia il capo, mano mano mangiano tutti. L’Idi è diventato un magna magna. Hanno preso in affitto in Calabria i saloni della Nautilus a 180mila euro al mese, che ora non pago più, per realizzare un centro di ricerca. Se vai ora non trovi niente neanche una scrivania».
Non solo soldi, ma anche assunzioni telecomandate in barba ai concorsi che, per legge, all`Idi e al San Carlo sono obbligatori. Una parentopoli impressionante emerge leggendo l`elenco dei dipendenti: «Il responsabile dell’ufficio relazioni con il pubblico è Gianni Decaminada, fratello di Decaminada, uno su due ha un parente diretto qua dentro. Ci sono cinque Nicolella, ci sono sei Temperini, ci sono quarantaquattro Decaminada».

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