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A Gioia lacrime e sangue a La Spezia 200 milioni

LAMEZIA TERME Nessun investimento con nuova cassa integrazione per il porto di Gioia Tauro e, invece, ben 200 milioni di euro pronti da spendere per lo scalo di La Spezia. Dalla Liguria rimbalzano …

Pubblicato il: 10/07/2012 – 18:18
A Gioia lacrime e sangue a La Spezia 200 milioni

LAMEZIA TERME Nessun investimento con nuova cassa integrazione per il porto di Gioia Tauro e, invece, ben 200 milioni di euro pronti da spendere per lo scalo di La Spezia. Dalla Liguria rimbalzano notizie sconfortanti per la struttura calabrese, che ora danno l`esatto contorno dell`occhio di riguardo che il gruppo Contship avrà verso il terminal spezzino, mentre in Calabria chiede altri 2 anni di ammortizzatori sociali e continua a tenere inutilizzate 5 gru per le navi di ultima generazione. Secondo la rivista on line ship2shore, la società che controlla in autonomia il porto di La Spezia ed è socio di maggioranza nell`azienda Medcenter che gestisce Gioia Tauro, ha garantito che investirà sulle banchine liguri 200 milioni di euro nei prossimi 6/7 anni, a seguito del via libera che l`Autorità portuale le ha dato per prolungare di altri 45 anni la concessione. Nell`articolo del giornale specializzato nel settore dei porti, vengono inoltre raccolte le dichiarazioni a caldo dei rappresentanti di Contship che, con notevole entusiasmo, sottolineano come sia «la prima volta che in Italia un`opera di questo tipo viene realizzata interamente con capitali privati». In pratica a La Spezia la Lsct, la società controllata dal colosso tedesco che nel 1995 inaugurò il porto di Gioia Tauro, realizzerà nuove infrastrutture, allungherà un molo e potenzierà di 18mila mq l`area di servizio per il trasbordo di container, potendo alla fine sistemare 5 nuove gru specializzate per il carico e scarico delle navi di ultima generazione. Analoga attività, quest`ultima, in cui anche Gioia Tauro sta tentando di specializzarsi visto che stanno aumentando le dimensioni della navi portacontainer e la sfida si vince solo adeguando i servizio di carico e scarico. Notizie che avranno certamente rallegrato le autorità locali e gli operai spezzini, visto che si prevede a fine investimento un incremento del 50% degli occupati, ma che in questa sfida all`ultimo container nello scacchiere nazionale ed estero, invece, finiscono per deprimere ulteriormente i lavoratori calabresi che da tre anni lavorano a singhiozzo. Il tema del massiccio impegno di risorse di Contship a La Spezia, in uno con quello del disincentivo strisciante che invece si registra a Gioia Tauro, entrerà nella discussione che sta accompagnando la delicata trattativa in corso azienda-Regione Calabria-sindacati per la proroga di altri 24 mesi della cassa integrazione? E` presto per dirlo ma la riunione che si terrà in questi giorni a Catanzaro dovrebbe fornire le prime risposte. C`è da ricordare, inoltre, che il gruppo che controlla Gioia Tauro, dopo aver battezzato il porto e ottenuto una concessione per 99 anni, non ha mai presentato in questi 17 anni di attività da monopolista un piano dettagliato sulle proprie intenzioni nello scalo calabrese. Ha fatto il bello e il cattivo tempo, spesso col sostegno incondizionato dei sindacati – di tutti: confederali e autonomi – senza presentare alle autorità di controllo un rigo dei suoi futuri progetti per l`area portuale gioiese. Chissà se questa volta – con Contship che con una mano chiede sacrifici ai lavoratori calabresi e con l`altra investe nei porti concorrenti – la Regione, l`Autorità portuale, i sindacati e le istituzioni del territorio lasceranno che si consumi nel silenzio questa penalizzazione di Gioia Tauro nel quadro dell`economia globalizzata.

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