REGGIO CALABRIA L’Associazione Culturale Anassilaos si propone di proporre la Festa settembrina in onore della Madonna della Consolazione quale patrimonio immateriale dell’Unesco al fine – come spiega la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale – “di garantirne la vitalità, la preservazione, la protezione, la promozione, la valorizzazione, la trasmissione, in particolare attraverso un’educazione formale e informale”. Infatti così come stabilito il 6 maggio 2011 dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco che ha approvato le nuove procedure nazionali di candidatura alle Liste del patrimonio culturale immateriale (Convenzione 2003), anche le Associazioni possono promuovere candidature a tale lista che, per l’Italia, già comprende l’Opera dei Pupi Siciliani, il Canto a tenore e la Dieta Mediterranea. E’ una idea maturata da Tito Tropea, Presidente dei giovani del Sodalizio, che ne curerà le procedure, e fatta propria dall’Anassilaos che si appella alle Istituzioni (Comune, Provincia e Regione), ai singoli esponenti politici, alle associazioni, alla società reggina nel suo insieme perché uno sforzo comune possa consentire di conseguire un risultato che sarebbe importante per la Città sia sotto il profilo culturale che – cosa da non trascurare – sotto quello economico. I requisiti – conferma Tropea – ci sono tutti. La Convenzione, adottata a Parigi il 17 ottobre del 2003, e ratificata dallo Stato italiano il 27 settembre 2007 con legge n. 167, definisce infatti (Art. 2 paragrafo 1 della Convenzione) per “patrimonio culturale immateriale” le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale”. “Un patrimonio culturale immateriale trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”. Tale patrimonio culturale immateriale si manifesta, tra gli altri, nel settore delle consuetudini sociali e –rileva Tropea- negli eventi rituali e festivi.
La fede e la tradizione che lega i reggini alla Madonna della Consolazione a partire dalla data fatidica del 1547, anno in cui venne dipinta la preziosa Tela, l’insieme delle manifestazioni artistiche e culturali, la produzione letteraria e musicale che a tale Festa è stata sempre collegata attraverso i secoli, fanno di tale evento, espressione della tradizione di un popolo, un prodotto ben degno d’essere considerato patrimonio culturale immateriale dell’Umanità e come tale da preservare per le future generazioni. Sappiamo – conclude Tropea – che la procedura è lunga e complessa e che prevede una serie di tappe che potranno essere superate soltanto se percorse da tutti i reggini, insieme e per una volta almeno con spirito costruttivo e non di parte.
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