Commissione d`accesso, il dado è tratto

REGGIO CALABRIA Il lavoro della Commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria si è concluso questa mattina. La relazione finale dell’attività d’indagine svolta per sei mesi a palazzo San Giorgio è stata consegnata al prefetto della città dello Stretto, Vittorio Piscitelli. Nessuna indiscrezione trapela sul contenuto del lungo e articolato dossier, elaborato dall’organismo chiamato ad accertare eventuali infiltrazioni mafiose in seno all’amministrazione comunale. Sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione, il prefetto invierà gli atti al ministero dell’Interno. Nei 45 giorni successivi, sarà assunta la decisione finale che è di competenza del Consiglio dei ministri.
L’accesso era stato disposto dal Viminale nel gennaio scorso, in seguito alle numerose inchieste che hanno coinvolto il Palazzo di città. A scuotere dalle fondamenta la politica reggina sono stati i fatti accertati nei fascicoli “Astrea” e “Archi” sulle infiltrazioni mafiose nella società mista “Multiservizi” (che sarà automaticamente sciolta per questo motivo). E ancora, l’arresto del consigliere comunale Giuseppe Plutino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E, soprattutto, le altre inchieste della Dda reggina in cui numerosi esponenti delle giunta e dei consigli comunali in carica negli ultimi anni, pur non essendo indagati, sono risultati in contatto con ambienti contigui alla criminalità organizzata. Un vero e proprio sistema, che getta ombre pesantissime e inquietanti sul cosiddetto “modello Reggio” e che conferma l`esistenza di una “zona grigia” in grado di determinare le sorti della città. Basti pensare al processo “Meta”, in corso di celebrazione dinanzi al Tribunale collegiale di Reggio Calabria, che sta facendo emergere uno spaventoso spaccato di relazioni tra politica e ‘ndrangheta a palazzo San Giorgio.