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Eolico affare di famiglia

L`enorme parco eolico di Isola Capo Rizzuto stava per essere ceduto al colosso dell`energia Terna. Per questo ieri su ordine della Dda di Catanzaro gli uomini della guardia di finanza hanno sequest…

Pubblicato il: 13/07/2012 – 16:26
Eolico affare di famiglia

L`enorme parco eolico di Isola Capo Rizzuto stava per essere ceduto al colosso dell`energia Terna. Per questo ieri su ordine della Dda di Catanzaro gli uomini della guardia di finanza hanno sequestrato le 48 pale eoliche, quote societarie e alcune aziende  dell`indotto. Il tutto per un valore di oltre 350 milioni di euro. Un parco eolico che probabilmente non sarebbe proprio dovuto nascere. Durante le indagini, infatti, gli inquirenti hanno accertato numerose carenze nell`iter autorizzativo. Agli atti non vi sarebbe la relazione archeologica, nessuna autorizzazione dell`Enac o dell`Enav è stata rinvenuta nel fascicolo, l`Asp di Crotone avrebbe espresso parere favorevole solo verbalmente attraverso un suo rappresentante.  Inoltre ben 25 torri non rispetterebbero la distanza minima con le abitazioni. Paradossale, poi, che le valutazioni tecniche espresse dal Nucleo Via sull`impatto visivo non contengano allegati progettuali, grafici o fotografici.
Il business milionario sarebbe stato gestito dalla famiglia Arena attraverso Pasquale Arena, di 59 anni, nipote del boss Nicola Arena, di 75,  dirigente del Comune di Isola Capo Rizzuto. Sarebbe stato lui, secondo l`accusa, ad avviare e realizzare, per conto della cosca Arena, il Parco eolico attraverso una fitta rete di società estere che serviva ad occultare la riconducibilità della proprietà dell`impianto alla cosca.  Pasquale Arena, anche se il suo nominativo non compare in alcun atto, avrebbe curato tutte le fasi realizzative del Parco sia direttamente che indirettamente attraverso altri affiliati alla cosca. Dalle indagini è emerso inoltre l`interesse per il Parco eolico dello stesso Nicola Arena, che, dopo essere uscito dal carcere a conclusione di un lungo periodo di detenzione, avrebbe chiesto al nipote Pasquale notizie sul punto cui era giunto l`affare decidendo anche di riappropriasi della guida di tutta la vicenda. Nel provvedimento vengono riportate alcune intercettazioni tra membri della famiglia Arena e funzionari della Regione. Addirittura con toni «reverenziali» parte della burocrazia regionale si sarebbe messa a «disposizione». In particolare è stata trascritta una conversazione tra il funzionario del Dipartimento attività produttive della Regione Calabria, Giuseppe Benedetto Ferraro, e Nicola Arena, di 48 anni. Il 3 marzo del 2009 Nicola Arena chiama Ferraro e quest`ultimo nel rispondere a telefono dice: «ueh…don Nicola buongiorno». Ed Arena replica affermando che «eh, grazie per il don ma io devo capire se sono prete…». Tra i due c`é poi una scambio di battute e Nicola Arena chiede un appuntamento a Ferraro. «Stiamo lavorando come matti – afferma Arena – ma andiamo benissimo, noi avremo il piacere di passare per salutare… quando possiamo avere questo onore?», Ferraro a questo punto gli dice che può passare «quando volete». Dopo una disquisizione sull`orario si accordano per vedersi la mattina successiva alle dieci e Ferraro dice a Nicola Arena che «quando arrivate qui giù all`entrata no…glielo dite mi fanno chiamare e poi salite».
La guardia di finanza è riuscita a ricostruire i complessi passaggi societari che hanno coinvolto anche la Germania, la Svizzera e San Marino. Proprio questa mattina nella piccola Repubblica è stata sequestrata la società “La Seas”. La notizia è stata resa nota nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato il procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, ed i vertici della guardia di finanza del capoluogo calabrese. Il sequestro preventivo del parco eolico, disposto dai sostituti procuratori della Dda Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, è il «passo iniziale delle indagini. Abbiamo avuto la necessità – ha detto Borrelli – di bloccare il trasferimento delle quote che stavano per essere cedute ad una società che è completamente estranea a tutta la vicenda. Da questa inchiesta emerge con c`era contatti tra gli esponenti della cosca Arena con i componenti del Nucleo di valutazione di impatto ambientale che ha rilasciato la certificazione malgrado non ci fossero una serie di requisiti».

I 31 INDAGATI Pasquale Arena, Nicola Arena classe 1937, Nicola Arena classe 1964, Carmine Megna, Martin Josef Frick, Roberto Gobbi, Giovanni Maiolo, Fabiola Valeria Ventura, Maximiliano Gobbi, Zwich Martin, Salvatore Nicoscia, Giuseppe Graziano, Salvatore Curcio, Antonino Genoese, Vincenzo Iacovino, Giovanni Misasi, Vittoria Imeneo, Egidio Michele Pastore, Luciano Pelle, Annamaria Ranieri, Domenico Vasta, Massimo Zicarelli, Giuseppe Ferraro, Carmelo Misiti, Stefano Colosimo, Claudio Felicetti, Hans Dieter Kettwig, Ludwig Nyhuis, Francesco Rocca, Antonio Aloe, Agostino Biondi.

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