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Faida di Oppido, arrestato il latitante Domenico Polimeni

Si nascondeva a Paola, in un appartamento dove i carabinieri hanno trovato anche due pistole. Si conclusa dopo 15 anni la latitanza di Domenico Polimeni, di Oppido Mamertina, inserito nella lista d…

Pubblicato il: 15/07/2012 – 12:07
Faida di Oppido, arrestato il latitante Domenico Polimeni

Si nascondeva a Paola, in un appartamento dove i carabinieri hanno trovato anche due pistole. Si conclusa dopo 15 anni la latitanza di Domenico Polimeni, di Oppido Mamertina, inserito nella lista dei 100 ricercati più pericolosi d’Italia. Deve scontare una condanna all’ergastolo per omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Polimeni è ritenuto dagli inquirenti un elemento di spicco della cosca “Polimeni-Mazzagatti” di Oppido.
In  manette sono finite anche la moglie, che deve rispondere di detenzione di armi, e le due figlie accusate di procurata inosservanza della pena.
Le indagini per l`arresto del latitante sono iniziate da diverso tempo. Ieri sera i carabinieri hanno notato una delle due figlie di Polimeni che si è allontanata da Oppido Mamertina ed ha raggiunto l`appartamento di Paola dove si trovava il padre, la madre ed una sorella. I carabinieri quando hanno avuto la certezza della presenza del latitante hanno deciso fare irruzione nell`appartamento. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Michele Prestipino, e dal pm, Alessandra Cerreti.
Il latitante era ricercato per gli omicidi di Antonio Gugliotta, Antonio Gangemi e Angela Bonarrigo consumati l’11 agosto 1997. Delitti che Polimeni avrebbe commesso assieme al cognato Giuseppe Mazzagatti.
La caratura criminale del ricercato era emersa in maniera evidente già nel corso delle indagini successive alla “Strage di Oppido”, avvenuta l’8 maggio 1998, in cui rimasero uccisi il figlio Giovanni Polimeni e il nipote Vittorio Rustico. Nella circostanza, i killer fecero fuoco anche contro un’auto che transitava davanti la macelleria del latitante, uccidendo il conducente Giuseppe Biccheri e la nipotina di otto anni e ferendo gravemente Francesca Biccheri, madre della bambina, ed il figlio di sette anni. Nell’agguato rimase ferito anche l’altro figlio del ricercato, Paolo, che si trovava anch’egli all’interno della macelleria dalla famiglia.
Nel 2000 il gip aveva emesso, su richiesta della Dda, un’ordinanza di arresto nei confronti di Domenico Polimen considerato il promotore della cosca in contrapposizione con le famiglie Zumbo-Gugliotta-Ferraro.
Questa rivalità, per il controllo del territorio, alla fine degli anni novanta aveva portato a una guerra di mafia nell’ambito della quale il latitante si è macchiato dei tre omicidi per cui è stato condannato all’ergastolo.
Una faida che, con la strage di Oppido, si era interrotta dal 1998 per poi riaccendersi nel 2011. Nell’ultimo anno, infatti, sono stati consumati cinque attentati tra omicidi e tentati omicidi che hanno lasciato una lunga scia di sangue nel territorio mamertino e solo negli ultimi 4 mesi sono stati uccisi Domenico Bonarrigo, Vincenzo Ferraro e Vincenzo Raccosta. Il padre di quest’ultimo, Francesco e Carmine Putrino sono, invece, scomparsi.
Ritornando alla cattura del latitante, l’8 giugno 2012 la moglie e la figlia di Polimeni avevano fatto perdere le loro tracce, interrompendo completamente ogni forma di contatto con il mondo esterno, per cui si era ipotizzato che le donne avessero raggiunto il familiare in una località clandestina. Domenico Polimeni aveva con sé due pistole automatiche, di cui una con il colpo in canna, e 4.100 euro in contanti.
Al termine delle operazioni, sono state tratte in arresto la moglie Sara Diodati e le due figlie Fortunata ed Elisa.

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