LAMEZIA TERME Giorgia Meloni di una cosa si dice assolutamente convinta: «All`antipolitica che oggi spopola si può rispondere solo ridando maggiore importanza alle scelte dei cittadini. E un modo per farlo è quello di ridare a loro la possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento». L`ex ministro della Gioventù arriva a Lamezia proprio nel giorno in cui Berlusconi annuncia in un`intervista alla Bild (salvo fare poi una mezza marcia indietro) di voler abbandonare il Pdl e tornare alla vecchia Forza Italia.
Sul punto, la parlamentare, è drastica: «Penso che sia facile mettere in piedi “operazioni-nostalgia” proprio adesso che il Pdl si trova in grave difficoltà. Io, personalmente, non sono disponibile a entrare in Fi. In tutta la sua storia questo partito ha ottenuto al massimo il 21%, a fronte del 38% raggiunto al suo debutto, nel 2008, dal Pdl».
Beghe interne a parte, la Meloni è arrivata fin qui per illustrare il progetto di legge (di cui lei è prima firmataria) e che mira a modificare il Porcellum di Calderoli. Non che il testo varato nel 2005 sia una cattiva legge «perché – è il ragionamento dell`ex ministro – due cose positive le ha assicurate: la nascita del bipolarismo e l`indicazione certa, al momento del voto, del premier che si vota». Per il resto, è arrivato il momento di dare una revisione.
In concreto, il testo di legge introduce il voto di preferenza per l`assegnazione del 70% dei seggi, mentre il restante 30% sarebbe determinato dalle cosiddette liste bloccate. Nel testo normativo sono anche indicate le modalità con cui celebrare le primarie per la scelta dei candidati a Camera e Senato. La Meloni sostiene che «Il merito in politica si misura col consenso e dunque attraverso il voto della gente. È questo l’unico elemento indiscutibile in democrazia e dal quale dobbiamo ripartire: gli eletti facciamoli scegliere direttamente al popolo italiano. Spero che la nuova legge elettorale preveda l’introduzione delle preferenze, ma se il sistema non fosse questo l’unica alternativa valida rimane quella delle elezioni primarie per la scelta dei candidati anche nel caso dell’introduzione di collegi».
E nemmeno l`equazione preferenze uguale maggiori possibilità di infiltrazioni mafiose sembra convincere la Meloni e Pino Galati. Quest`ultimo va addirittura oltre: «Nel centrodestra c`è stato un ampio ricorso a nani e ballerine. Ora è arrivato il momento di premiare la gente che sta sul territorio, lavora e ha voglia di tornare a fare politica». Piovono applausi in sala. Galati sa di giocare in territorio amico (non fosse altro per essere lui stesso il promotore dell`incontro) e affonda il coltello nella piaga: «Nessun sistema elettorale ci garantisce l`immunità dalle infiltrazioni, per cui è meglio tornare alle preferenze».
I suoi colonnelli seduti in prima fila (tra tutti i consiglieri regionali Chiappetta, Pacenza, Magno e l`assessore regionale Tallini) scuotono la testa in segno di approvazione. La stessa cosa fanno il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, e il sindaco della città capoluogo Sergio Abramo. Tutti d`accordo, insomma. Che non sia la volta buona per attuare una riforma su cui anche il capo dello Stato si sta spendendo moltissimo?
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