Ultimo aggiornamento alle 23:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Infiltrazioni mafiose nei lavori dell`A3, sei arresti nel blitz "Alba di Scilla 2"

A distanza di poche settimane dal blitz contro la cosca “Nasone-Gaietti” di Scilla, stamattina all`alba i carabinieri nel Comando provinciale hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in c…

Pubblicato il: 17/07/2012 – 8:52
Infiltrazioni mafiose nei lavori dell`A3, sei arresti nel blitz "Alba di Scilla 2"

A distanza di poche settimane dal blitz contro la cosca “Nasone-Gaietti” di Scilla, stamattina all`alba i carabinieri nel Comando provinciale hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del tribunale di Reggio nei confronti di 6 soggetti legati alla stessa famiglia mafiosa. L`accusa per loro è di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e furto aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso.
Al centro dell’indagine, la capillare pressione estorsiva esercitata dalla cosca su imprenditori e commercianti locali, con particolari interessi delle famiglie mafiose sugli importanti appalti dei lavori della Salerno – Reggio Calabria, con furti e danneggiamenti sul territorio per imporre la forza intimidatrice della ‘ndrangheta.
Particolarmente preziosa per lo sviluppo delle indagini, è stata la decisione coraggiosa da parte di alcuni imprenditori di non sottostare al giogo mafioso e di denunciare le arroganti richieste estorsive, specie se si considera l’eccezionalità dell’evento in un territorio come quello reggino, caratterizzato dall’elevata pervasività della ‘ndrangheta.

GLI OPERAI-ESTORSORI
Ci sono anche tre operai accusati di essere collusi con la `ndrangheta ed impegnati nei lavori di ammodernamento dell`autostrada A3, tra le persone arrestate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria.
I tre, Francesco Alampi, Giuseppe Piccolo e Francesco Spanò, insieme a Francesco Nasone, ritenuto elemento di spicco della cosca e già detenuto dopo l`operazione `Alba di Scilla`, sono accusati di estorsione e furto aggravati dall`aver favorito un sodalizio di tipo mafioso. Gli operai, che svolgevano anche funzioni di rappresentanza dei lavoratori dell`azienda, e Spanò ricopriva anche il ruolo di rappresentante sindacale, erano dipendenti della ditta Santa Trada che aveva vinto un subappalto dei lavori e, secondo l`accusa, estorcevano denaro alla ditta appaltante.
In particolare i tre sono accusati di avere rubato, nell`aprile scorso, materiale da lavoro e avere danneggiato un furgone della ditta. Quindi era seguita una richiesta di denaro per la restituzione del materiale e per mettere “a posto” il cantiere. Gli operai accusati di essere collusi, che secondo le indagini si muovevano sotto le direttive di Nasone, per l`accusa erano veri e propri grimaldelli che, agendo dall`interno, potevano muoversi liberamente sul cantiere, senza destare sospetti. Avvicinavano le vittime con le loro richieste che poi venivano riportate ai vertici dell`organizzazione, per concertare le modalità di intervento.

IL 3% PER TENERE APERTO IL CANTIERE
Con un secondo provvedimento sono stati arrestati Giuseppe Fulco, 41 anni, anche lui già detenuto dopo essere stato arrestato in flagranza di reato il primo giugno 2011, e sua madre Gioia Nasone, 68 anni, cui sono stati contestati l`associazione di tipo mafioso. Fulco, nipote diretto del defunto boss di Scilla Giuseppe Nasone, secondo l`accusa, si è più volte recato su un cantiere esigendo da un imprenditore 6.000 euro, pari al 3% dell`importo dei lavori, come condizione necessaria alla prosecuzione degli stessi. In questo caso, secondo l`accusa, la cosca ha esercitato la pressione con due danneggiamenti subiti dalla ditta nel cantiere Anas nel tratto Scilla-Favazzina sulla statale statale 18. La madre svolgeva secondo le indagini il ruolo di collante tra il figlio recluso ed i vertici del clan.

GLI IMPRENDITORI HANNO DENUNCIATO
L`inchiesta ha potuto contare sulla collaborazione “particolarmente preziosa”, di alcuni imprenditori. Questi hanno deciso di non sottostare al giogo mafioso e di denunciare le richieste estorsive. Le denunce di alcuni dipendenti dell`impresa taglieggiata, che hanno raccolto l`appello lanciato dai magistrati della Dda reggina il giorno della conferenza stampa dell`operazione “Alba di Scilla”, hanno fornito un apporto rilevante alla definizione dei dettagli di tutta la vicenda.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x