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L`inchiesta sull`Unical raddoppia

La Procura di Cosenza ha aperto un secondo fascicolo d’indagine sull’Università della Calabria dopo il primo avviato circa un anno fa sulla compravendita di esami nella facoltà di Lettere. Il nuovo…

Pubblicato il: 19/07/2012 – 15:07
L`inchiesta sull`Unical raddoppia

La Procura di Cosenza ha aperto un secondo fascicolo d’indagine sull’Università della Calabria dopo il primo avviato circa un anno fa sulla compravendita di esami nella facoltà di Lettere. Il nuovo filone investigativo, che – secondo quanto si è appreso – prenderebbe spunto da alcuni elementi emersi nel corso della prima inchiesta, si estende a tutte le facoltà dell’ateneo e riguarda (anche) reati diversi dalla compravendita di esami. Le due attività procedono in parallelo, tant’è che nei giorni scorsi il pm che si occupa delle vicende accademiche, Antonio Bruno Tridico, avrebbe sentito alcuni docenti dell’ateneo di Arcavacata.

La prima inchiesta, intanto, è praticamente chiusa. Gli atti sono stati trasmessi a Catanzaro due mesi e mezzo fa e l’emissione degli avvisi di conclusione delle indagini attende solo la firma dei magistrati della Procura distrettuale. Una volta completato questo passaggio (riportato quasi come fosse cosa fatta dalle agenzie di stampa lo scorso 18 maggio, ndr), gli indagati saranno “informati” delle accuse a loro carico.

Il provvedimento dovrebbe essere notificato a un’ottantina di indagati, tra i quali figurerebbero anche nomi “eccellenti”, accusati a vario titolo di truffa e falso.

L’indagine mosse i primi passi nella primavera del 2011, quando il rettore dell’ateneo cosentino, Giovanni Latorre, presentò una denuncia dopo la scoperta di alcune irregolarità riguardanti gli esami sostenuti da una studentessa che era vicina alla laurea. Fu uno dei docenti a segnalare il caso al preside della facoltà di Lettere e filosofia, Raffaele Perrelli, che, di concerto con Latorre decise di informare la magistratura. Da qui l’avvio delle indagini, che, secondo gli inquirenti, avrebbero fatto emergere un “sistema” che garantiva il superamento di numerosi esami. Alcuni studenti più “furbi” di altri avrebbe addirittura raggiunto la laurea presentandosi in facoltà in rarissime occasioni, grazie alla complicità di alcuni dipendenti, che avevano le “chiavi” per accedere alla registrazione degli esami.

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