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Migranti, Torchia: «La Corte dei conti rallenta l`erogazione dei fondi»

RIACE Al terzo giorno di sciopero della fame, Mimmo Lucano non fa passi indietro: «Se non risolve il problema continuerò lo sciopero della fame fino alla morte». A Riace sono giorni di grande preoc…

Pubblicato il: 20/07/2012 – 15:25
Migranti, Torchia: «La Corte dei conti rallenta l`erogazione dei fondi»

RIACE Al terzo giorno di sciopero della fame, Mimmo Lucano non fa passi indietro: «Se non risolve il problema continuerò lo sciopero della fame fino alla morte». A Riace sono giorni di grande preoccupazione. Nel paese della Locride diventato simbolo dell’accoglienza, i migranti ospitati (circa 150) non ricevono un euro da luglio 2011. I commercianti del luogo si rifiutano di continuare a fare credito. «Il nostro sciopero – dice Lucano – non è uno scherzo. Qui ci sono bambini costretti a bere acqua perché i soldi per il latte non ci sono più».
Assieme a lui, al tavolo del salone di casa Città Futura, che è il luogo d`incontro degli extracomunitari, c’è Giovanni Maiolo della Rete dei Comuni solidali e c’è soprattutto Giovanni Manoccio, sindaco di Acquaformosa, altro Comune che ospita da anni i migranti arrivati sulle nostre coste. I tre da mesi bussano invano alla porta della Protezione civile regionale (che gestisce il progetto “Emergenza Nord Africa”, avviato il 7 aprile 2011 con decreto del Consiglio dei ministri) e a quella della Corte dei conti calabrese, che nega l’ok allo stanziamento dei finanziamenti. Una situazione esplosiva, insomma. «Il rischio di un’altra Rosarno – mette le mani avanti Manoccio – è davvero reale. La Regione deve darsi una sveglia perché non sappiamo più a che santo votarci». Giusto per fare qualche esempio, venerdì mattina i migranti di Riace sono arrivati nella stanza di Lucano a chiedere i soldi per il rilascio del riconoscimento da rifugiato politico.

TORCHIA NON CHIARISCE
Al tavolo di Riace siede pure il sottosegretario alla Protezione civile calabrese Franco Torchia. Da lui ci si aspettava qualche parola di chiarezza. E invece è arrivata una timida presa di posizione che non lascia per nulla tranquilli Lucano, Manoccio e gli altri amministratori impegnati nei progetti di accoglienza dei migranti. Torchia in sostanza ha scaricato ogni responsabilità sulla Corte dei conti regionale e sul governo Monti: «Palazzo Chigi ha stanziato i fondi solo da pochi giorni con il decreto sulla spending review. Ma noi possiamo fare ben poco perché la magistratura contabile ci rimanda continuamente gli atti indietro».
Dentro la sala la notizia viene accolta da un generale brusio. Si chiede chiarezza. La invoca soprattutto Peppino Lavorato (ex sindaco di Rosarno), venuto a portare la sua personale solidarietà a questa battaglia: «Non possiamo accontentarci di spiegazioni generiche. Qui è in gioco la sopravvivenza di bambini». Torchia, incalzato dalle domande, allora sbotta: «La Corte dei conti non ci ha concesso il visto ai finanziamenti perché mancava l’ok della nostra ragioneria». Strano ma vero: la Protezione civile regionale non ha trasmesso la delibera agli uffici finanziari di Palazzo Alemanni ma l’ha inoltrata direttamente all’organo di via Buccarelli.

LA SOLUZIONE TAMPONE
Torchia parla per oltre trenta minuti. Poi, alla fine di un lungo giro di parole, assicura: «Se a livello nazionale non verrà sbloccata la situazione, approveremo presto come soggetto attuatore il riconoscimento delle somme maturate dai Comuni e dalle associazioni come debito fuori bilancio. In questo modo potrete avere l’anticipazione di cassa delle banche». Per ogni migrante accolto lo Stato finanzia 46 euro al giorno. La rendicontazione delle spese, però, la si fa appuntando «solo» il numero degli ospiti. Si tratta di un sistema un po’ generico, che lascia spazio a molti dubbi sulla reale destinazione di questo denaro. È anche per questo che Lucano, Manoccio e compagnia non intendono cedere di un millimetro nella loro battaglia.

I CHIARIMENTI DEL SOTTOSEGRETARIO E IL “NO” DEI SINDACI
In serata, il sottosegretario Torchia è tornato sull`argomento con una nota ufficiale: «Ho comunicato al sindaco di Riace Domenico Lucano e di Acquaformosa Giovanni Manoccio la disponibilità del soggetto attuatore di certificare il credito, mettendo in condizione i soggetti gestori di ottenere una linea di credito, anche breve, dagli istituti bancari, ma che consentirebbe già da domani l’attivazione di un sistema di fornitura degli alimenti necessari per il sostentamento dei migranti. Con rammarico ho dovuto constatare che i sindaci vogliono continuare nella loro protesta, mettendo a repentaglio la vita dei bambini. Mi dispiace ma devo prendere atto di una decisione che non condivido e che potrebbe portare a tensioni sociali».
Pronta la replica di Lucano, Manoccio e Maiolo: «Abbiamo rifiutato collegialmente la proposta perché la riteniamo inappropriata considerata la gravità della situazione attuale che richiede interventi immediati non compatibili con questa proposta che ci imporrebbe di rivolgerci agli istituti di credito senza nessuna certezza sui tempi dell`erogazione effettiva della liquidità. Per tale ragione continueremo ad oltranza nello sciopero della fame fino a quando un atto concreto non risolverà la situazione».

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