Palco Pausini, la rabbia della madre dell`operaio morto

LAMEZIA TERME «L` unica certezza fino ad adesso è che la vita di mio figlio non vale neanche duemila euro». A dirlo, amareggiata, è Paola Armellini, la madre di Matteo, il tecnico 32enne morto nella notte tra il 4 e il 5 marzo a Reggio Calabria, mentre montava il palco per il concerto di Laura Pausini. Nella pratica dell` Inail, nessun accenno alla morte di Matteo Armellini, e la dicitura usata è “Pratica di infortunio o malattia professionale”, ha spiegato Paola Armellini, intervistata a Tgcom24. «1936,80 euro per la vita di mio figlio. Ma noi vogliamo la verità, e non una misera offerta», ha sottolineato la madre di Matteo, continuando: «Vorrei una spiegazione, non tanto per i 1936,80 euro, ma perché mio figlio è morto sotto un palco e nell`oggetto del pagamento c`è scritto risarcimento per infortunio e malattia professionale. È un problema di rispetto, di dignità, Matteo non aveva ancora cominciato a lavorare, gli è caduta in testa tutta la struttura. Non voglio, non ci sto che la morte di mio figlio venga liquidata così». «Faccio affidamento sulla giustizia ma sappiamo che un processo così può andare avanti moltissimi anni», ha continuato la donna, aggiungendo: «Io, da quel 5 marzo, non ho saputo più niente». «Bisogna rivedere – sottolinea Paola Armellini – il modo in cui viene gestito il lavoro dei ragazzi che collaborano all` allestimento dei palchi, non hanno alcuna copertura assicurativa. Ai miei tempi, un sindacato non avrebbe mai permesso una cosa del genere». «Vorrei – ha concluso la mamma di Matteo – che il nome di mio figlio venga ricordato e che finisca questo che io chiamo mercato del lavoro, chiedo ai sindacati e alle forze sociali di intervenire. Sono ragazzi che cercano di guadagnare dei soldi anche per aiutare le famiglie, ma devono essere tutelati».