Ultimo aggiornamento alle 12:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Why not, è il giorno della sentenza

CATANZARO Il “famigerato” emendamento sui centri commerciali, il caso del sorvegliante idraulico che figurava sul luogo di lavoro nonostante fosse in carcere da anni, i progetti finanziati con sold…

Pubblicato il: 31/07/2012 – 0:10
Why not, è il giorno della sentenza

CATANZARO Il “famigerato” emendamento sui centri commerciali, il caso del sorvegliante idraulico che figurava sul luogo di lavoro nonostante fosse in carcere da anni, i progetti finanziati con soldi pubblici ma mai portati a termine. Su tutto questo e molto altro oggi sarà chiamato a decidere il collegio del Tribunale di Catanzaro impegnato da oltre un anno nel processo “Why not”. Alla sbarra 27 persone tra politici, funzionari pubblici e imprenditori che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario. Durante la loro requisitoria i due sostituti procuratori generali Massimo Lia ed Eugenio Facciolla hanno chiesto la condanna per: l`ex assessore regionale Ennio Morrone a due anni e sei mesi di reclusione e interdizione temporanea dai pubblici uffici; la dirigente regionale Rosalia Marasco a due anni e sei mesi; l`allora amministratore delegato della società Why not Giancarlo Franzè a tre anni di reclusione e incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione; il dirigente Rosario Calvano e l`ex assessore regionale Dionisio Gallo a un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno e interdizione temporanea dai pubblici uffici; l`ex assessore all`Ambiente Domenico Basile a un anno e quattro mesi e interdizione temporanea dai pubblici uffici; il consigliere regionale, arrestato nell`ambito dell`inchiesta “Infinito”, Francesco Morelli a due anni e sei mesi di reclusione e interdizione temporanea dai pubblici uffici; il dirigente Aldo Curto a un anno e quattro mesi di reclusione e interdizione temporanea dai pubblici uffici; il sorvegliante idraulico Gennaro Ditto a due anni di reclusione e 600 euro di multa; il consigliere regionale Nicola Adamo a due anni e due mesi di reclusione e interdizione temporanea dai pubblici uffici; l`allora presidente di Fincalabra Antonio Gargano ad un anno e sei mesi; Michelangelo Spataro e Michele Montagnese ad un anno di reclusione ciascuno; il re della grande distribuzione Antonino Giuseppe Gatto a due anni di reclusione e incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. Per gli altri 11 imputati l`accusa, invece, ha chiesto l`assoluzione o il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.  
Si è già tenuto, invece, il processo di secondo grado per i 42 indagati che scelsero di farsi giudicare con rito abbreviato. Il 27 gennaio scorso la Corte d`appello di Catanzaro ha riconosciuto colpevoli di associazione a delinquere l`imprenditore Antonio Saladino e Giuseppe Lillo aggravando per loro le pene a 3 anni e 10 mesi per il primo ed a 2 anni per il secondo. I giudici hanno condannato l`ex presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ad un anno di reclusione per abuso d`ufficio, Nicola Durante sempre ad un anno di reclusione. Nei confronti dell`ex presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, per il quale la Procura aveva chiesto un anno e 6 mesi di reclusione per abuso d`ufficio, i giudici hanno dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Dichiarata la prescrizione anche nei confronti di Antonio La Chimia – già condannato ad un anno e 10 mesi di reclusione – rispetto ad un capo d`accusa a suo carico, con la pena che è stata rideterminata in un anno e 9 mesi di reclusione. Infine, sono stati assolti da un capo d`accusa Pietro Macrì – già condannato a 9 mesi di reclusione e 900 euro di multa, per il quale la Procura aveva chiesto un aggravio a 1 anno e 3 mesi di reclusione -, e Vincenzo Gianluca Morabito – che in primo grado ha avuto 6 mesi e 600 euro di multa – per i quali è stata revocata la pena accessoria disposta dal primo giudice. Per il resto i giudici hanno confermato le assoluzioni di Gianfranco Luzzo, Tommaso Loiero, Franco Nicola Cumino, Pasquale Anastasi, Giuseppe Fragomeni ed Enza Bruno Bossio. Nonché le condanne già sentenziate dal gup e poi impugnate dagli imputati Francesco Saladino, che ha avuto 4 mesi e 300 euro (oggi i giudici gli hanno concesso la non menzione nel casellario giudiziale) e Rinaldo Scopelliti, che ha avuto un anno.
È tuttora in corso il processo di primo grado a carico di sei persone accusate di associazione per delinquere. Sono imputati i politici Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli e Dionisio Gallo, il coordinatore del consorzio “Brutium”, Giancarlo Franzè, ed il dirigente della Regione Calabria, Aldo Curto. I sei erano stati prosciolti nel marzo del 2010 dal gup, Abigail Mellace. Nel luglio scorso la Cassazione, accogliendo il ricorso dei pg Lia e Facciolla, ha annullato con rinvio il proscioglimento dei sei imputati accusati di associazione per delinquere e gli atti sono stati trasmessi al nuovo giudice per le udienze preliminari, che ad aprile ha disposto il rinvio a giudizio. È, infine, ancora in fase di indagine la cosidetta “Why not 2”. Il gup Mellace, infatti, dopo la sentenza dispose l`invio alla Procura degli atti relativi alle posizioni dei tre soci della Why Not Outsourcing, Caterina Merante, Giancarlo Franzè e Antonio La Chimia richiedendo un supplemento di indagini.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x