Ultimo aggiornamento alle 15:13
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Due latitanti catturati a Roggiano Gravina

ROGGIANO GRAVINA Altri due latitanti, presunti affiliati al clan Presta finiscono nella rete degli investigatori. Si tratta di Antonio e Roberto Presta, rispettivamente 49 e 35 anni, entrambi coinv…

Pubblicato il: 05/08/2012 – 14:19
Due latitanti catturati a Roggiano Gravina

ROGGIANO GRAVINA Altri due latitanti, presunti affiliati al clan Presta finiscono nella rete degli investigatori. Si tratta di Antonio e Roberto Presta, rispettivamente 49 e 35 anni, entrambi coinvolti nell’operazione “Santa Tecla”. Sono stati rintracciati entrambi a Roggiano Gravina: uno a casa propria e l’altro nell’abitazione di una donna – della quale non è stata resa nota l’identità – che è stata fermata per favoreggiamento. L’inseguimento dei carabinieri ai due uomini,considerati i reggenti della cosca da quanto il boss Franco Presta è stato catturato nell’area universitaria di Rende, andava avanti da circa due anni, quando i cugini del capoclan erano riusciti a sottrarsi all’arresto del blitz che aveva decimato le ’ndrine dello Jonio cosentino. Da allora era stata una incessante caccia all’uomo. E il 6 aprile scorso, i militari dell’Arma erano andati vicinissimi alle due primule rosse, scovando un bunker che sembrava essere stato utilizzato da poco. Solo una settimana più tardi, la polizia di Cosenza avrebbe scovato il leader del clan in una villetta di Arcavacata, a poche centinaia di metri dall’università.
Era il segnale che il cerchio si stava chiudendo anche attorno ai sodali del killer dagli occhi di ghiaccio. Mancavano all’appello proprio Antonio e Roberto, fantasmi che si muovevano (era questa l’ipotesi, rivelatasi esatta, degli inquirenti) nel loro impero: da Roggiano Gravina a Tarsia, da Spezzano Albanese a San Lorenzo del Vallo. Una latitanza lunga, nutrita dalla collaborazione di fiancheggiatori insospettabili. Una rete di protezione che ha funzionato a lungo, prima dell’incursione dei carabinieri che hanno messe le manette ai polsi dei due uomini, che sono accusati di aver avuto un ruolo di primo piano in una delle principali attività del clan di Tarsia: il narcotraffico.
Ad Antonio Presta, i magistrati della Dda di Catanzaro che hanno firmato l’ordinanza “Santa Tecla”, hanno assegnato il compito di organizzatore e promotore del traffico di stupefacenti. Roberto, invece, sempre secondo quanto risulta dalle pagine dell’accusa, sarebbe stato tra coloro i quali garantivano lo smercio della “roba” a Roggiano e nei comuni vicini.
Nei mesi scorsi era finito in manette anche il figlio di Antonio Presta, Giuseppe. Si era costituito, dopo che le accuse a suo carico (era considerato uno dei promotori del narcotraffico) erano state ridimensionate dal Tribunale della libertà di Catanzaro.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x