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Palazzo del `700 tra i beni sequestrati a Samà

AMANTEA Beni per un valore di 8 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Catanzaro ad un imprenditore detenuto, Carlo Samà, 58 anni, di Amantea, sorvegliato speciale, accusato di essere …

Pubblicato il: 10/08/2012 – 10:27
Palazzo del `700 tra i beni sequestrati a Samà

AMANTEA Beni per un valore di 8 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Catanzaro ad un imprenditore detenuto, Carlo Samà, 58 anni, di Amantea, sorvegliato speciale, accusato di essere un affiliato alla `ndrangheta. Samà, imprenditore nel settore della raccolta dei rifiuti nonchè ex presidente della società mista “Appennino paolano”, è stato coinvolto nell`operazione “Nepetia” contro la cosca Gentile della `ndrangheta che nel gennaio del 2008 portò all`arresto, complessivamente, di 40 persone. L`imprenditore, nel processo che è scaturito dall`operazione, è stato condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso, condanna che poi è diventata definitiva con la conferma da parte della Corte di Cassazione. Proprio a seguito della sentenza della Cassazione lo scorso 16 giugno i carabinieri della compagnia di Paola avevano tratto in arresto Samà per scontare il residuo di pena pari a 18 mesi di reclusione. Il sequestro dei beni è stato fatto dalla Dia in esecuzione di un decreto emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Cosenza.

I BENI SEQUESTRATI
C`é anche una porzione di un antico palazzo del `700 tra i beni sequestrati stamane dalla Dia di Catanzaro a Samà.  Gli altri beni, per un valore complessivo di 8 milioni dieuro, sono quote societarie di alcune aziende con sede ad Amantea, automobili, e immobili. Il personale della Dia di Catanzaro ha effettuato accertamenti patrimoniali nei confronti dell`imprenditore amanteano nei periodi che vanno dal 1987 al 2010. Dalle indagini è emersa una sproporzione tra i redditi dichiarati e le attività economiche esercitate.

LA CONFERENZA STAMPA
I particolari delle indagini sono state illustrate stamanedal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal capo sezione della Dia del capoluogo calabrese, Antonino Cannarella, e dal suo vice, il tenente colonnello Michele Conte. «Il tribunale di Cosenza – ha detto Lombardo – a tempo di record, con decreto camerale, ha emesso il provvedimento di sequestro. Quello di Samà è un modello di imprenditoria del quale la Calabria non ha bisogno. È emerso, infatti, un circuito perverso tra criminalità ed economia mentre la Calabria ha bisogno di ben altro». Durante le indagini è stato accertato anche che Carlo Samà, nel 2007, ha ottenuto un prestito di 900mila euro da un istituto di credito attraverso il quale effettuava «attività speculative – hanno reso noto gli investigatori – attraverso l`acquisto di titoli o di quote societarie». Cannarella ha evidenziato che «ancora una volta emerge che la `ndrangheta punta al lucro e quindi è la ricchezza che bisogna colpire. La Procura distrettuale di Catanzaro sta dando ormai da tempo un grosso impulso alle indagini sui patrimoni illeciti ed il Procuratore Lombardo è impegnato in maniera incisiva su questo fronte». Il tenente colonnello Conte ha ricordato come «durante le indagini siamo rimasti colpiti dal fatto che un imprenditore, ad un certo punto della sua attività, decide di appoggiarsi ad una cosca per incrementare i suoi profitti e per eliminare i concorrenti». L`operazione di stamane della Dia di Catanzaro rientra nell`ambito di una apposita strategia pianificata dal direttore della Dia, Alfonso D`Alfonso, contro i patrimoni illeciti della criminalità organizzata.

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