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Cigs al porto, il "Cartella" pronto ad animare il movimento

GIOIA TAURO «L’esito del referendum al porto di Gioia Tauro per ratificare l’accordo sulla cassa integrazione sancito dalla terminalista ha avuto un esito inatteso quanto però da noi sperato. Quel …

Pubblicato il: 12/08/2012 – 15:49
Cigs al porto, il "Cartella" pronto ad animare il movimento

GIOIA TAURO «L’esito del referendum al porto di Gioia Tauro per ratificare l’accordo sulla cassa integrazione sancito dalla terminalista ha avuto un esito inatteso quanto però da noi sperato. Quel No infatti non rappresenta un mero cambio di equilibri sindacali all’interno delle maestranze gioiesi, ma un segnale inequivocabile che i ortuali non intendono barattare i propri diritti per il lavoro». E` quanto affermano in una nota gli animatori del centro sociale Angelina Cartella di Reggio Calabria. «I portuali di Gioia Tauro – sostengono ancora – hanno avuto il coraggio e la forza di opporsi a quella deriva iniziata negli stabilimenti Fiat, dove Marchionne ha aperto la strada degli accordi in deroga, facendo strage dei diritti acquisiti e consolidati, con il sostegno dei sindacati complici, escludendo quelli che non ci stavano, anche se maggiormente rappresentativi. Tutti allora raccontavano che era il prezzo da pagare per mantenere i siti produttivi e l`occupazione, che la dignità e i diritti senza lavoro non servivano a nulla: non solo si sono persi diritti e dignità ma anche lo stesso lavoro è venuto meno. L`obiettivo reale era quello di rompere l`argine dei diritti e delle conquiste sindacali». I rappresentanti del centro sociale, inoltre, non eludono uno dei temi di fondo emersi nella trattativa che ha segnato una nuova spaccatura nel fronte sindacale». «Con i portuali di Gioia Tauro del Sul, che tanto si sono impegnati per la vittoria del no – proseguono i dirigenti del centro sociale -, abbiamo già condiviso altre battaglie, come quella ambientale contro l’inceneritore dei rifiuti che, insistendo in prossimità dell’area portuale, li espone insieme a tutta la popolazione della Piana ai rischi che derivano dal respirare i veleni che fuoriescono da quelle ciminiere, contro ogni logica di sicurezza prevista dal testo unico. Con loro ci siamo più volte confrontati sulle problematiche della portualità e delle condizioni e delle prospettive del lavoro, anche in occasione della presenza di Giorgio Cremaschi nel nostro spazio, condividendone le analisi. Siamo consapevoli che lo sviluppo delle attività al porto di Gioia Tauro e del conseguente mantenimento dell’occupazione non possa essere unicamente concentrata sul transhipment e sulla elevata produttività dovuta alle performance dei lavoratori, anche perché ci sarà sempre chi costerà meno nel Mediterraneo». L`affondo finale, a proposito di una trattativa che ha visto Cgil, Cil e Ugl da un lato e Sul e Uil dall`altro, è sferrato contro l`azienda. «La grave responsabilità è di chi in tutti questi anni di sviluppo non ha lavorato per promuovere l’intermodalità e avviare le attività di logistica del retro porto, così come di chi ha impedito l’ingresso a qualsiasi altra attività o imprenditore, lasciando Mct monopolista assoluto del porto. Noi rimaniamo vicini ai lavoratori e ai loro rappresentanti che con questo voto hanno voluto invertire la rotta, rinnovando l’invito a continuare un percorso condiviso e inclusivo per costruire insieme un futuro migliore per la Calabria, fatto di lavoro, diritti e dignità».

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