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Locri, arrestato minore per estorsione

LOCRI I carabinieri della compagnia di Locri hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un minore, M.G., responsabile  – insieme ad altri tre giovani locresi – di più episo…

Pubblicato il: 14/08/2012 – 20:15
Locri, arrestato minore per estorsione

LOCRI I carabinieri della compagnia di Locri hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un minore, M.G., responsabile  – insieme ad altri tre giovani locresi – di più episodi di estorsione aggravata ai danno di un loro giovane concittadino. L’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, rappresenta un importante tassello nella lotta contro le nuove leve criminali del territorio.
Per gli stessi reati il 30 maggio scorso i militari dell’Arma hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Locri, Andrea Amadei, su richiesta del sostituto procuratore Rosanna Sgueglia, nei confronti di Leonardo Guastella (classe `92), Domenico Staltari (`92) e Leonardo Bumbaca (`88). Dalle indagini emergeva chiaramente la condotta estorsiva che Guastella, forte della sua posizione, (è nipote di Gerardo Guastella, attualmente imputato per usura, estorsione, tentata estorsione, abusiva attività finanziaria nel processo scaturito a seguito dell’operazione “Shark” che ha portato all’arresto di molti esponenti della cosca Cordì) metteva in atto nei confronti di alcuni giovani ragazzi di Locri.
Guastella, pur trovandosi agli arresti domiciliari, continuava a intrattenere rapporti telefonici con le sue vittime, servendosi del cognato Bumbaca e del fratello minore per avvicinarle e intimorirle quando cercavano di ribellarsi. Tra le vittime individuate, un giovane del luogo che, esasperato dalle continue minacce e percosse, ha deciso di denunciare i numerosi soprusi subiti.
L’attività ha permesso di ricostruire il modus operandi del gruppo criminale. In particolare è emerso che con le vittime, scelte nella fascia più debole della società, inizialmente veniva instaurato un rapporto di “amicizia”, finalizzato a chiedere piccole somme a titolo di favore personale, come per l’acquisto delle sigarette, ma ben presto le richieste si trasformavano in vere e proprie pretese e si facevano via via sempre più onerose. Chi si opponeva al sistema diventava oggetto di pesanti minacce, come si evince da una delle conversazioni captate dagli investigatori. Come nel caso di una vittima che non si era potuta presentare all`appuntamento con Guastella, a causa di un funerale. «A chi prendi per il culo!… A chi prendi per il culo! – attaccava quest`ultimo – Quale funerale?… Il funerale tuo!… Quello che ti faccio io a te il funerale».
Quando le offese e le minacce non bastavano, veniva anche usata la forza. Nell’aprile 2011, dopo essersi opposto alle richieste estorsive, un giovane è stato picchiato da Guastella e Staltari con altre persone, e solo dopo aver ceduto alla consegna del denaro lo accompagnavano al pronto soccorso per le cure necessarie. La continua pressione esercitate ha indotto il giovane, disoccupato, a costringere la madre a cedere il quinto del proprio stipendio per accendere un prestito di 19mila euro con un istituto finanziario, per consegnare a Guastella 15mila euro in contanti.
Ma il sogno di liberarsi dei suoi persecutori non era finito. Mesi dopo, venuto a sapere la reale entità del finanziamento, Guastella – in quel momento agli arresti domiciliari – pretese la parte restante: «Ti sei preso una settimana di tempo per portameli completi e hai detto che lunedì sicuro al mille per mille vieni che parliamo che lunedì è tutto a posto. Mi hai detto stai tranquillo e via, pure ieri me lo hai detto». I continui rinvii spingono però l`estorsore a mandare il cognato Bumbaca per convincere la vittima “di persona”.
Secondo gli inquirenti, Guastella si configura insomma come un soggetto capace di incutere soggezione a una molteplicità di persone. «Non sto parlando con te – diceva a una delle vittime – non sto parlando con te!… sto parlando con il mio cane che non mi prende gli ordini!»

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