Ultimo aggiornamento alle 17:33
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Le inattività della Regione e il mancato sviluppo di Gioia Tauro

GIOIA TAURO Non c’è solo una disputa su aspetti ragionieristici all’origine dell’insanato scontro istituzionale tra la Regione e il consorzio Asi di Reggio Calabria. Nel dettagliatissimo report che…

Pubblicato il: 16/08/2012 – 13:17
Le inattività della Regione  e il mancato sviluppo di Gioia Tauro

GIOIA TAURO Non c’è solo una disputa su aspetti ragionieristici all’origine dell’insanato scontro istituzionale tra la Regione e il consorzio Asi di Reggio Calabria. Nel dettagliatissimo report che nei giorni scorsi il presidente dell’ente per lo sviluppo industriale, Pino Gentile, ha fatto avere al prefetto reggino Vittorio Piscitelli, infatti, c’è anche un preoccupante concentrato di amari risvolti immediatamente concreti circa la denunciata “ostilità” che la giunta Scopelliti riserverebbe al suo braccio operativo in materia di sviluppo. Dalle pieghe nemmeno tanto nascoste di un contenzioso amministrativo che si trascina dall’insediamento dell’esecutivo regionale, con il tentativo due volte fallito di commissariare i vertici degli uffici di via Veneto, emergono infatti alcune delle ragioni più profonde dello stato di abbandono in cui sembra versare oggi l’area industriale di Gioia Tauro. Nelle 24 pagine del rapporto che ora è sul tavolo del prefetto, il quale oggi può diventare un mediatore determinante per ricondurre sui binari istituzionali uno scontro platealmente spostatosi nelle aule giudiziarie, il presidente Gentile ribadisce e spiega con più efficacia descrittiva l’origine dello stato di prostrazione di un agglomerato industriale che, mentre si assiste in Italia ad una lenta ripresa di siti gemelli – grazie allo sfruttamento di risorse anticrisi disposte dal governo – declina sempre più, mancando di diventare quell’area di servizio per la logistica che potrebbe esplodere sfruttando i nuovi standard virtuosi raggiunti dal vicino porto.

Sviluppo senza Piano
«Peraltro – scrive Gentile – occorre segnalare che i Piani regolatori territoriali relativi agli agglomerati industriali di competenza Asi sono oggi scaduti e il consorzio, già da tempo, ha provveduto alla nuova elaborazione che, a tutt’oggi, non risulta approvata a causa del mancato rilascio della Valutazione ambientale strategica (Vas) da parte della Regione Calabria». Una denuncia forte dal sapore amaro che, messa nero su bianco nei giorni in cui l’area di Gioia Tauro torna a diventare un caso nazionale – per la bocciatura dell’accordo finalizzato al terzo anno di cassa integrazione di oltre mille portuali – è destinata a fotografare in maniera nuovamente impietosa la divaricazione politica di un ente, la Regione, che, mentre fallisce la sua mediazione tra le parti sociali (l’intesa che i lavoratori hanno bocciato con un referendum era stata infatti sottoscritta dall’azienda, dai sindacati, dall’Autorità portuale e dal governatore Scopelliti in persona), sarebbe responsabile del mancato decollo di una più aggiornata pianificazione dello sviluppo industriale. Il ritardo nella convocazione di una commissione, se può essere tollerato nei casi amministrativi oggettivamente meno delicati, non può esserlo affatto quando di mezzo c’è il rilancio di un’area che produce, o produceva, il 50% del Pil regionale: è questa, in sintesi, la critica forte che trasuda dal report.

La deriva delle istituzioni
Un saldo politico che Gentile, nel seguito del documento con cui denuncia anche il mancato pagamento da parte della Regione di «ulteriori crediti» di oltre 3.500.000 euro per progetti eseguiti dall’Asi, collega non solo all’impossibilità di onorare gli stipendi dei 46 dipendenti del Consorzio ma anche e soprattutto ai ritardi con cui si procede nell’area industriale. Presunte lacune amministrative che hanno effetti “politici” anche rispetto alla madre di tutte le programmazioni oggi in atto nel distretto gioiese, ovvero quella per la costruzione del mega terminal del gas che è un’opera dei privati, considerata strategica e di rilievo nazionale dagli ultimi tre governi. «Con l’approvazione del progetto del rigassificatore da parte dei ministeri competenti – scrive Gentile a Piscitelli – si prevede entro la fine di quest’anno di poter avviare le procedure espropriative di circa 45 ettari ricadenti nell’agglomerato industriale di Gioia Tauro, Rosarno, San Ferdinando, per la realizzazione dell’impianto, con un ricavo per l’ente di circa il 15% sulle somme destinate agli espropri. L’avviamento della suddetta iniziativa dovrebbe sbloccare anche il finanziamento da parte del Cipe della cosiddetta Piastra del freddo, il cui progetto è già in corso di redazione da parte degli uffici consortili».

Il gas nelle nebbie
Un iter lungamente atteso che il governo Monti di recente ha rimesso in carreggiata e che, però, secondo la denuncia di Gentile, la Regione non starebbe affatto sollecitando visto il modo come avrebbe ritardato l’indispensabile stesura del nuovo Piano regolatore territoriale che, appunto, dovrà prevedere la nuova imponente costruzione e regolamentarne la localizzazione. Senza commissione, non c’è piano regolatore e, senza piano regolatore, non c’è rigassificatore a norma. Sul punto relativo alla ritardata pianificazione regionale del rigassificatore il presidente dell’Asi conclude tranciante: «La Regione fino a pochi giorni addietro non aveva provveduto a costituire il relativo Nucleo di valutazione, data la scadenza del precedente, per cui oggi il nuovo organismo si ritrova a dover valutare il lavoro accumulato in oltre due anni di inattività».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x