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Caulonia, capitale della taranta

CAULONIA La notte della taranta è stata anche e soprattutto la notte dell`orgoglio del Sud. Del Mezzogiorno d`Italia, con la riscoperta di fatti condannati all`oblio perchè sconvenienti per la stor…

Pubblicato il: 22/08/2012 – 17:20
Caulonia, capitale della taranta

CAULONIA La notte della taranta è stata anche e soprattutto la notte dell`orgoglio del Sud. Del Mezzogiorno d`Italia, con la riscoperta di fatti condannati all`oblio perchè sconvenienti per la storiografia ufficiale post unitaria. E del Mezzogiorno del mondo, con l`esaltazione della Primavera araba, più volte evocata come simbolo del vento di rivoluzione democratica che ha attraversato il Maghreb. Caulonia, ormai secondo tradizione, al crepuscolo di un`estate troppo proiettata verso l`Europa e i suoi problemi, si è riscoperta capitale del Mediterraneo. Lo ha fatto, ancora una volta, grazie alla musica di Eugenio Bennato, che ha aperto il “Kaulonia tarantella festival” con un concerto cui hanno assistito migliaia di persone, provenienti da tutta la Calabria. È uno dei rari eventi che realmente interessano ai turisti, eppure “ignorata” dalla Regione, questa kermesse che evoca forti suggestioni per l`atmosfera magica che, dopo il tramonto, avvolge lo “sperone di Caulonia”, come lo definisce Bennato in un brano, e per le emozioni ancestrali che richiama il sound mediterraneo della band: la vena blues del chitarrista Ezio Lambiase, capace di virtuosismi mozzafiato, il ritmo tribale scandito da basso, tamburello e percussioni, il calore dell`accompagnamento del vocalist Mohammed Eizzame El Aloui e della brava Sonia Todaro, straordinaria nell` interpretare la musica anche attraverso la sensualità della danza.
Ma il concerto di Bennato non è stato solo ritmo travolgente, che ha fatto ballare fino a notte fonda la fiumana di persone che si è riversata nelle strade del borgo locrideo. È stato anche occasione di riflessione sull`attualità della questione meridionale e di divulgazione di un`altra storia e un`altra verità: quella ignorata dai libri di testo, condannata alla “damnatio memoriae” alla stregua del brigante Ninco Nanco che «deve morire, perchè se vive potesse parlare, e se parlasse e potesse dire qualcosa di meridionale… ». In questa direzione è andata anche la riflessione stimolata da Pino Aprile, il giornalista e scrittore autore di “Terroni”, ospite di Bennato sul palco cauloniese. Da parte sua, è arrivato un affondo contro la distorsione della verità dei fatti verificatisi prima dell`unificazione dell`Italia e durante la lotta al brigantaggio: «Centocinquant`anni fa, per fare l`Italia, ci fu una guerra che ebbe, naturalmente, vincitori e vinti. Ma come dopo ogni guerra, l`unica cosa che mette paura ai trionfatori è la memoria degli sconfitti».

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