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Il governo Monti dia risposte alle piccole imprese

Non voglio entrare in merito al tecnicismo relativo alle proposte avanzate da autorevoli esponenti dell’attuale governo tecnico. Sento il dovere invece di esporre la mia modesta visione su ciò che …

Pubblicato il: 23/08/2012 – 16:20
Il governo Monti dia risposte alle piccole imprese

Non voglio entrare in merito al tecnicismo relativo alle proposte avanzate da autorevoli esponenti dell’attuale governo tecnico. Sento il dovere invece di esporre la mia modesta visione su ciò che ancora costituisce una zavorra insormontabile che pone in difficoltà la nostra Italia e la Calabria in particolare: l’accesso al credito è diventato una chimera le aziende si trovano in uno stato di difficoltà finanziaria che le pone in condizioni assurde, infatti accade spesso che diverse aziende non possano partecipare a gare di appalto se non in regola con il Durc, le amministrazioni pubbliche non provvedono al pagamento se non in regola con il Durc, una palude burocratica che sta sempre più impoverendo il mondo imprenditoriale, considerato che nemmeno gli istituti di credito sono disposti a concedere credito a chi dovrebbe incassare somme consistenti. Le grandi idee possono anche essere efficaci ma interessano una stretta minoranza e non coinvolgono in nessun modo quel mondo costituito da piccole imprese e famiglie che devono fare i conti con un apparato burocratico che sta solo provocando chiusure, liquidazioni e fallimenti mentre le famiglie stanno solo assistendo quotidianamente all’aumento delle spese, vedi assicurazioni auto, carburanti e generi alimentari.
Occorre dare priorità a tutto quello che l’Italia aspetta : un intervento serio e mirato alla ripresa economica del nostro paese. Non basta sottolineare che la pressione fiscale è tra le più alte al mondo, non basta dire che in busta paga si pagano tante tasse, non basta dire che l’evasione fiscale è il cancro d’Italia. Bisogna trovare soluzioni adeguate, efficaci e tempestive.
L’Italia ha un problema che è sotto gli occhi di tutti: il debito pubblico. Su questo aspetto il governo dovrebbe sprecare le sue energie e trovare una soluzione. Spesso mi sono fatto una domanda: chi detiene il debito pubblico italiano? Da ultime rilevazioni pare che oltre il 55% circa sia detenuto da investitori Italiani mentre il 45% è detenuto da investitori stranieri, a tal proposito sarebbe bello sapere perché lo Stato fino ad oggi non abbia inteso provvedere a mettere nero su bianco una proposta con gli investitori Italiani tesa a ricontrattare il debito attraverso forme che certamente gli esperti del settore potrebbero escogitare. La restante parte andrebbe estinta attraverso il reperimento di risorse provenienti dalla riduzione della spesa pubblica e da una forma di tassazione rapportata alla reale capacità contributiva. Se lasciamo anche gli Italiani a speculare su se stessi l’abbassamento dello spread diventa un sogno e di riflesso è chiara tutta la convenienza da parte degli Istituti di credito ad investire in titoli di Stato risicando al minimo il credito a imprese e famiglie.
Non voglio apparire un populista lanciando queste provocazioni, ci saranno credo dei freni sovranazionali che impongono la strada, ma resta fermo un dato: le modalità di risanamento dei conti pubblici Italiani toccano da vicino ognuno di noi, per questo ritengo doveroso aprire un dibattito pubblico sulla stampa al fine di coinvolgere tutti coloro e in particolar modo gli economisti calabresi, il mondo universitario e gli istituti di credito per un confronto sulle misure che potrebbero essere inoltrate al governo e ai rappresentati politici che lo sostengono.

*Dirigente nazionale Futuro e libertà

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