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Confindustria: il "Tito Minniti" utilizzato per fini politici

REGGIO CALABRIA «Il prossimo esame da parte del governo del Piano aeroporti, che sarà proposto dal ministro dello Sviluppo economico, secondo le prime anticipazioni non dice nulla di nuovo rispetto…

Pubblicato il: 23/08/2012 – 18:59
Confindustria: il "Tito Minniti" utilizzato per fini politici

REGGIO CALABRIA «Il prossimo esame da parte del governo del Piano aeroporti, che sarà proposto dal ministro dello Sviluppo economico, secondo le prime anticipazioni non dice nulla di nuovo rispetto a quanto già non si sapesse sul “Tito Minniti” di Reggio Calabria. Al netto di smentite e conferme, lo scalo reggino, così come quello di Crotone, viene sostanzialmente definito un’infrastruttura “di interesse locale”. Nessuno, dunque, finga di essere sorpreso o men che meno indignato». Questa la posizione di Confindustria Reggio Calabria sull`ipotesi di ridimensionamento dello scalo dello Stretto. In particolare gli industriali reggini riconoscono che «il “Tito Minniti” è un’infrastruttura di “interesse locale”». «Oggi – scrivono – serve a Reggio Calabria e a un pezzo della sua provincia, che coincide con i Comuni più vicini al capoluogo. La Locride e l’area più a Nord della Piana di Gioia Tauro fanno ormai pienamente parte del bacino d’utenza di Lamezia Terme, mentre i passeggeri di Messina, dal 2004 in avanti, sono stati fidelizzati dallo scalo catanese di Fontanarossa. In questo scenario, qual è lo spazio che resta per il “Tito Minniti”?». Poi l`affondo: «Storicamente, a Reggio Calabria, l’aeroporto è stato considerato uno strumento di potere politico e di soddisfacimento di interessi clientelari attraverso la sua società di gestione. Dietro il paravento dell’impegno a tutelare l’utenza, si è lasciato quasi morire lo scalo, sacrificandolo sull’altare di lotte politiche spesso condotte sotto traccia». Per Confindustria, comunque «alcuni piccoli e incoraggianti segnali, per la verità, negli ultimi tempi si sono colti. Ma l’incremento del traffico nella stagione estiva è un dato fisiologico e non è sufficiente a cantare vittoria». Da queste considerazioni l`associazione provinciale degli industriali si domanda «quale funzione strategica s’intende attribuire e quale business sviluppare a Reggio, nell’ambito del sistema nazionale dei trasporti?». «Ragionando per esclusione – sostiene Confindustria –, oggi il nostro non è un aeroporto turistico, perché non vi è un’adeguata domanda né un’offerta di voli low cost. E non è neppure un vero e proprio “city airport”, sul modello di Linate, perché non ci risulta che la Calabria sia il centro direzionale del Sud Italia. Ci troviamo di fronte, semmai, a uno scalo che serve a un numero limitato di imprenditori, a molti politici, a studenti fuori sede che scelgono le tariffe più basse e, in alcuni periodi, agli emigrati che tornano per le ferie. I coefficienti di riempimento degli aerei sono abbastanza alti, ma i margini operativi dei vettori sono troppo esigui». Da qui la riflessione: «Piuttosto che lamentare il declassamento, vero o presunto, del “Tito Minniti”, evitiamo di continuare a dare l’idea del Sud piagnone e autoreferenziale. Pensiamo semmai a rimboccarci le maniche per contribuire, innanzitutto, al pieno risanamento della Sogas, e poi per agevolare la privatizzazione della società di gestione». «È questo un passaggio fondamentale – concludono –, come ha dimostrato la storia di altri piccoli scali che nell’arco di alcuni anni hanno esponenzialmente aumentato il numero dei passeggeri trasportati e, soprattutto, il fatturato degli stessi aeroporti e delle attività commerciali avviate al loro interno. È, questa, solo una delle tante proposte, su un tema così delicato per il futuro sviluppo del nostro tessuto socio-economico, che siamo disponibili a discutere assieme alle istituzioni e alle parti sociali per rilanciare la nostra provincia».

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