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Escalation dell`inflazione in Calabria

È la Calabria a registrare l`impennata dei prezzi più alta in Italia dopo l`introduzione dell`euro. Nella nostra regione tra il 2002 e quest`anno l`inflazione è cresciuta del 31,4%. I dati arrivano…

Pubblicato il: 25/08/2012 – 19:44
Escalation dell`inflazione in Calabria

È la Calabria a registrare l`impennata dei prezzi più alta in Italia dopo l`introduzione dell`euro. Nella nostra regione tra il 2002 e quest`anno l`inflazione è cresciuta del 31,4%. I dati arrivano dall`ufficio studi della Cgia di Mestre che ha fotografato l`evoluzione dei prezzi negli ultimi dieci anni. Secondo gli analisti a lievitare soprattutto le bevande alcoliche e i tabacchi, le ristrutturazioni e manutenzioni edilizie, gli affitti delle abitazioni e i combustibili/bollette domestiche, nonché i trasporti. L`inflazione media italiana è cresciuta del 24,9% mentre in Calabria si è registrato, appunto, l`incremento regionale più elevato: +31,6%. Seguono la Campania, con il +28,9%, la Sicilia, con il +27,6%, e la Basilicata, con il +26,9%. Le meno interessate dal “caro prezzi”, invece, sono state la Lombardia, con un`inflazione regionale del +23%, la Toscana, con il +22,4%, il Veneto, con il +22,3% e, ultimo della graduatoria, il Molise, dove l`inflazione è lievitata “solo” del 21,7%.

I PRODOTTI PIU` CARI
Per quanto concerne le principali tipologie di prodotto, l`euro ha fatto esplodere i prezzi delle bevande alcoliche e dei tabacchi (+63,7%), quello delle manutenzioni/ristrutturazioni edilizie, gli affitti, i combustibili e le bollette di luce, acqua e gas e asporto  rifiuti (+45,8%), nonché dei trasporti (treni, bus, metro +40,9%). Pressoché in linea, se non addirittura al di sotto del dato medio nazionale, gli incrementi dei servizi alberghieri e della ristorazione (+27,4%), dei prodotti alimentari (+24,1%), del mobilio e degli articoli per la casa (+21,5%), dell`abbigliamento/calzature (+19,2%).

LE VALUTAZIONI
«La maggior crescita dell`inflazione avvenuta nel Sud – dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – si spiega con il fatto che la base di partenza dei prezzi nel 2002 era molto più bassa rispetto a quella registrata nel resto d`Italia. Inoltre, a far schizzare i prezzi in questa parte del Paese hanno concorso anche il drammatico deficit infrastrutturale, la presenza delle organizzazioni criminali che condizionano molti settori economici, la poca concorrenza nel campo dei servizi e soprattutto un sistema distributivo delle merci molto arretrato e poco efficiente».E a proposito dei problemi infrastrutturali del Paese Bortolussi sostiene: «Nonostante negli ultimi decenni la spesa italiana per gli investimenti sia stata in linea con la media dei Paesi dell`area dell`euro, la scarsa dotazione di strade ed autostrade, il  grave ritardo del nostro settore ferroviario e l`insufficiente dotazione presente nel nostro Paese di reti elettriche e di trasporto/stoccaggio del gas naturale comportano, secondo le stime redatte due anni fa dal Governo allora guidato da Berlusconi, un costo aggiuntivo a carico del sistema imprenditoriale italiano di ben 40 miliardi di euro all`anno».Il segretario della Cgia di Mestre poi spezza una lancia a favore dei commercianti. «A differenza di quanto è stato denunciato sino ad ora – conclude – con l`avvento dell`euro non sono stati i commercianti a far esplodere i prezzi, bensì i proprietari di abitazioni, le attività legate alla manutenzione della casa, le aziende pubbliche dei trasporti, i gestori delle utenze domestiche ed, infine, lo Stato con gli aumenti apportati agli alcolici e alle sigarette. Ricordo che sul totale della spesa media famigliare, che nel 2011 e` stata pari a quasi 30.000 euro, i trasporti, le bollette e le spese legate alla casa hanno inciso per quasi il 50% del totale, mentre la spesa alimentare solo per il 19%».il 19%».

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