In Calabria disoccupazione record

Nel mare di dati negativi che sono stati presentati questa mattina da parte dell`Istat, emerge in tutta la sua drammaticità quello riferito alla disoccupazione in Calabria. Nella nostra regione, così come in Sicilia, la fetta della popolazione attiva senza lavoro sfiora il 20%. In particolare, rileva l`Istituto nazionale di statistica, nel secondo trimestre dell`anno i disoccupati rappresentano il 19,8 % (19,4% in Sicilia). Abbiamo dunque il titolo, tutt`altro che positivo e invidiabile, di regione più “disoccupata” d`Italia. Notevole l`incremento di disoccupati rispetto allo stesso periodo del 2011: +7,8% per la Calabria (era al 12% l`anno scorso): il balzo più elevato del Paese, dove la disoccupazione si attesta complessivamente al 10,7%, la metà del dato calabrese. Ma peggiora complessivamente  il quadro occupazionale della nostra regione.
Sempre secondo i dati dell`Istituto di statistica, sono aumentate in modo esponenziale le persone in cerca di occupazione. In dodici mesi, infatti, si è passati da 77mila calabresi in cerca di un lavoro a 140mila. Segnando così un incremento di oltre 81 punti percentuali. E dimostrando come la nostra regione sia nel cono d`ombra delle crisi economica.
In flessione il numero degli occupati: nel confronto tra il secondo trimestre dello scorso anno e lo stesso periodo di quest`anno si è passati da 41,7% a 41,5%, che tradotti in numeri assoluti significano circa mille occupati in meno.
Un altro dato negativo in materia di occupazione che proviene dall`Istat è riferito al tasso di attività. In questo parametro la Calabria segna un`impennata: nel secondo trimestre del 2011, infatti, questo parametro era al 47,5%, nell`ultima rilevazione dell`Istat è divenuto del 51,9%. Un indicatore che descrive l`afflusso di nuove persone in cerca di occupazione. In altre parole calabresi che spinti dall`esigenza di fronteggiare la crisi sono stati costretti ad entrare nel mercato del lavoro. Un segnale che dimostra la necessità di implementare il reddito, evidentemente, non più sufficiente a soddisfare i bisogni delle famiglie della nostra regione.