GIOIA TAURO «A un mese dall’annuncio di voler istituire una Zona economica speciale nell’area del porto di Gioia Tauro, nulla sembra essersi mosso in Calabria». E` quanto si afferma in una nota diffusa dalla sezione reggina di Confindustria. «La Grecia, invece – prosegue il comunicato -, si è già attivata e ha già chiesto alla commissione europea di istituire nel suo territorio le Zes, al fine di attrarre investimenti cinesi in alcuni insediamenti strategici, come il porto del Pireo. Confindustria Reggio Calabria esprime forte preoccupazione per il rischio concreto che la lentezza e l’inefficienza dei processi amministrativi minino, ancora una volta, al futuro del più importante terminal container italiano. «Avevamo accolto positivamente l’ipotesi della realizzazione di una Zona economica speciale a Gioia Tauro – afferma il presidente degli industriali reggini, Andrea Cuzzocrea –. Un’iniziativa che abbiamo immediatamente condiviso, pur evidenziando la necessità di non ripetere l’esperienza fallimentare della zona franca e di far crescere di pari passi transhipment e logistica. Inoltre, abbiamo sottolineato l’esigenza di attuare una politica di sgravi, con l’abbattimento delle accise in ambito portuale e la fiscalizzazione del 45% degli oneri sociali. Siamo arrivati a settembre e l’unica Zes di cui si parla è quella del Pireo. Il progetto greco è ben oltre la fase embrionale, è stato presentato direttamente dal governo e ha avuto una vasta eco sugli organi d’informazione internazionali, da Il Sole 24 Ore al Financial Times».
Per il presidente degli imprenditori reggini «bisogna fare presto. Se vogliamo che la Calabria diventi davvero un centro di attrazione di investimenti, non possiamo permetterci il lusso di farci battere sul tempo: non ci sono alibi per nessuno, perché la partita che si sta giocando a Gioia Tauro è determinante per l’economia calabrese. Il porto del Pireo è uno dei principali competitor del nostro. Se dovesse essere istituita la Zes, quel polo diventerebbe un forte attrattore di capitali stranieri. Il pericolo che sta correndo il nostro terminal è grave e, senza un’immediata inversione di rotta, potrebbe avere delle conseguenze irreversibili sul sistema che comprende il porto e il futuro distretto logistico dell’area retroportuale».
L’ingegner Cuzzocrea, inoltre, sottolinea che «le lungaggini e i ritardi dell’elefantiaco sistema burocratico allontanano le aziende che guardano con interesse all’area di Gioia Tauro. Non è possibile che, tanto per fare un esempio, sia necessario richiedere più di venti autorizzazioni per aprire una nuova attività. I tempi così si dilatano enormemente e risulta evidente l’esistenza di un gap di competitività che dissuade qualsiasi investitore dalla scelta di scendere in Calabria. In questa direzione, potrebbe essere utile aprire uno sportello unico che si occupi di tutte le procedure di insediamento, garantendo certezze sui tempi e rapidità d’azione. Servono cultura d’impresa e del lavoro».
Il presidente di Confindustria conclude sollecitando «la Regione Calabria ad attivarsi tempestivamente per accelerare il processo di costituzione della Zona economica speciale. Non possiamo sprecare quest’altra occasione, forse una delle ultime rimaste per mettere pienamente a frutto le potenzialità del porto di Gioia Tauro».
x
x