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A Lamezia pentiti sotto attacco Presi gli autori della bomba

Ancora una bomba. Ancora un segnale della malavita di Lamezia Terme alle famiglie degli uomini che, con le loro dichiarazioni, hanno consentito alle forze dell’ordine di colpire duramente la cosca …

Pubblicato il: 10/09/2012 – 9:16
A Lamezia pentiti sotto attacco Presi gli autori della bomba

Ancora una bomba. Ancora un segnale della malavita di Lamezia Terme alle famiglie degli uomini che, con le loro dichiarazioni, hanno consentito alle forze dell’ordine di colpire duramente la cosca Giampà. L’ordigno è esploso, all`alba di domenica,davanti alla pizzeria della sorella di Angelo Torcasio, il collaboratore di giustizia le cui dichiarazioni hanno dato un contributo decisivo alle operazioni Medusa, Minerva e Medea, con sviluppi attesi per quello che si annuncia come un “autunno caldo”, almeno secondo le parole del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Borrelli.
Nelle prime ore di questa mattina i carabinieri di Lamezia sono riusciti ad arrestare i responsabili. Si tratta di due uomini ritenuti vicini alla cosca dei Giampà colpita nei mesi scorsi da numerose operazioni alle quali ha contribuito anche Torcasio con le sue dichiarazioni.
I particolari dell`arresto saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa.

L`ESPLOSIONE ALL`ALBA DI DOMENICA
La bomba ha danneggiato l’ingresso della pizzeria e un`automobile parcheggiata nei pressi, ma lo scoppio ha svegliato praticamente tutta Nicastro. Sul posto sono intervenuti gli uomini delle forze dell’ordine per i rilievi del caso ma, visto il bersaglio dell’attentato, difficile immaginare che non si tratti di una intimidazione mafiosa.
Nei mesi scorsi la famiglia di Angelo Torcasio era già stata oggetto delle “attenzioni” della cosca dominante su Lamezia, evidentemente preoccupata dalle conseguenze che le dichiarazioni del collaboratore potrebbero avere sull’assetto dell’organizzazione.
A fine luglio sono stati colpiti nella stessa notte i bar del cognato di Angelo Torcasio (nella foto) e del figlio di Battista Cosentino, un altro collaboratore di giustizia lametino. Nel pomeriggio del giorno successivo l’offensiva intimidatoria era continuata: ignoti erano penetrati dalla finestra nella casa di Torcasio distruggendo tutti i mobili e tentando di darle fuoco.

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