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L`Ance: «I contraenti generali sono neocoloniali»

LAMEZIA TERME L`Associazione dei costruttori calabresi torna a criticare il ruolo che nei lavori pubblici hanno le imprese contraenti generali, definita in una nota l`esempio di «neocolonialismo ca…

Pubblicato il: 10/09/2012 – 18:15
L`Ance: «I contraenti generali sono neocoloniali»

LAMEZIA TERME L`Associazione dei costruttori calabresi torna a criticare il ruolo che nei lavori pubblici hanno le imprese contraenti generali, definita in una nota l`esempio di «neocolonialismo calabrese».
«Già nello scorso mese di luglio – affermano i dirigenti regionali dell`Ance -, in due incontri specifici con il governatore Scopelliti e con l’assessore ai Lavori pubblici Gentile, avevamo sollevato le problematiche connesse alle attività del contraente generale, ricevendo indicazioni utili oltre che disponibilità istituzionale. Oggi, con l’aggravarsi della crisi economica e, soprattutto, di liquidità delle imprese, il problema assume connotati particolarmente drammatici. E’, infatti, sotto gli occhi di tutti la grave distorsione che, in termini di abuso di posizione dominante, la disciplina ha generato in danno delle piccole e medie imprese calabresi, sia sotto il profilo delle regole con il tendenziale sganciamento di tali concessioni di lavori pubblici dal comune regime del codice degli appalti che con la posizione di subalternità di fatto precostituita delle stesse piccole aziende». Si passa poi ad elencare punto per punto le problematiche patite dagli imprenditori.
«In primo luogo – prosegue la nota -, la monopolizzazione del settore dei grandi lavori pubblici in favore dei contraenti generali, ha avuto ed ha come effetto il completo assoggettamento delle pmi calabresi alle condizioni contrattuali unilateralmente determinate dagli stessi contraenti generali, che liberamente determinano, in sede assolutamente privatistica, tariffe degli affidamenti diretti dei lavori, e imprese a cui delegare l’esecuzione delle opere.
Tariffe che, nella grandissima maggioranza dei casi, si rivelano al di sotto del minimo necessario per la proficua prosecuzione dell’attività d’impresa». E gli effetti della condizione lamentata sarebbero già evidenti. «Tale sistematico ritardo nei pagamenti, ulteriormente aggravatosi nell’ultimo periodo – affermano infatti i dirigenti dell`Ance -, costringe le pmi all’altrettanto sistematico ricorso al finanziamento bancario, con fortissimo aggravio di interessi moratori i quali, ribaltati sui bilanci aziendali, producono a valle perdite di esercizio e situazioni endemiche di sofferenza economica oltre che finanziaria. Si realizza, pertanto, un cospicuo drenaggio delle risorse finanziarie calabresi in favore dei grandi gruppi aziendali che gestiscono il sistema dei contraenti generali, in una perversa attuazione di schemi neocoloniali che ritenevamo definitivamente superati: non possiamo che rivolgere, per la competenza nazionale, anche al ministro delle Infrastrutture, al presidente dell’Anas ed alla compagine parlamentare calabrese un fortissimo appello all’immediata adozione di misure volte a riportare le gestione delle grandi opere sul territorio entro canoni di legittimità oltre che di buon senso, in vista della prossima perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro in edilizia messi oramai a rischio dalla profonda crisi di liquidità della pmi».

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