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Riforme Arssa e Afor, appello di Molinaro ai sindacati

CATANZARO «Riforme Arssa e Afor, perché non condividerle ed evitare il rischio del vicolo cieco e recuperare produttività. Esercitare la responsabilità di forze sociali incrociando le esigenze dell…

Pubblicato il: 13/09/2012 – 16:17
Riforme Arssa e Afor, appello di Molinaro ai sindacati

CATANZARO «Riforme Arssa e Afor, perché non condividerle ed evitare il rischio del vicolo cieco e recuperare produttività. Esercitare la responsabilità di forze sociali incrociando le esigenze delle imprese agricole ed agroalimentari con quelle dei lavoratori e dell`intera società». Con questo intendimento Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, ha scritto ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Gravano, Tramonti e Castagna. «A distanza di quasi cinque anni dalla Legge regionale 9/2007 che prevedeva la soppressione di Arssa e Afor e la loro messa in liquidazione – è scritto nella lettera – si è giunti ad una fase decisiva, sia per i vincoli finanziari ed organizzativi dettati dal Governo nazionale, che per la capacità stessa di tenuta dell`architettura finanziaria del bilancio regionale. Come Coldiretti Calabria, riconosciamo grande importanza agli enti strumentali poiché, essi, incrociano le esigenze delle imprese agricole ed agroalimentarie dei cittadini. In una regione agricola, quale è la Calabria, questi Enti, nel passato, hanno svolto compiti di straordinaria importanza, che però negli ultimi anni sono andati via via a scemare. Oggi, necessitano, di una profonda revisione, con una forte valenza innovativa, sia sulle funzioni assegnate che nella “governance”, che troppo spesso, ha subito effetti di condizionamento snaturandone ruolo e competenze». «Gli interessi che questi enti rappresentano – continua Molinaro – sono autentici “beni pubblici” da continuare a tutelare, ma a mio parere, occorre muovere passi decisi verso una riforma, che incida profondamente, in reali percorsi di sviluppo e crescita, avendo come punto di riferimento un patto intergenerazionale, che veramente può segnare una netta discontinuità rispetto al passato, così come il recupero della produttività. Ed allora perché non farlo insieme assumendoci ancora maggiori responsabilità ed accentuando i punti di forza. Ritengo che, come forze sociali, siamo in grado di contribuire a dare risposte senza spinte conservatrici. I  progetti di legge, attualmente in discussione, hanno una procedura di riforma e riordino, ad attuazione differita, con la ulteriore necessità di rinvio ad una serie di successivi provvedimenti. Insieme invece, possiamo sostenere una riforma compiuta, mettendo in sintonia le giuste esigenze dei lavoratori e delle imprese, con le aspettative della società».

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